Le armi sono state da sempre affiancate all’uomo come compagne di vita o di morte. Assunsero nel Rinascimento una dimensione totalizzante, soprattutto in Italia.
Il Polo Museale del Lazio organizza a Roma, nella doppia sede di Castel Sant’Angelo e Palazzo di Venezia, una mostra dedicata interamente al mondo delle armi in età rinascimentale. La mostra, curata dallo specialista Mario Scalini, vede nel catalogo la presenza di Massimo Carlo Giannini.
La funzione delle armi si spingeva allora ben oltre il loro uso concreto, ossia il ferire, l’uccidere il nemico o all’opposto il difendersi. In una società che avvertiva il combattimento o almeno la minaccia della lotta in termini ricorrenti o endemici, questo sistema coinvolgeva aspetti sociali e rituali, simbolici e iconografici. In questo modo si comprendono fra l’altro i tornei e i bagordi, autorappresentazioni rutilanti, spettacolari e truculente del ceto aristocratico e, appunto, combattente.
Diversi fattori concorsero a questa dimensione. Importanti furono ad esempio i progressi nel campo della tecnica: da solo, il rapido affermarsi della polvere da sparo diede il via a una sorta di escalation delle armi da fuoco – e naturalmente di adeguate contromisure difensive.
Non minore peso ebbe l’assetto geo-politico: dal 1494 in avanti gli stati italiani divennero, di fatto, luoghi di scontro e di contese per le grandi potenze internazionali, prime fra tutte la Spagna e la Francia.
La mostra affronta ogni aspetto di questo complesso intreccio fra armi e uomini, mitologia e rappresentazione del potere. Essa tiene conto fra l’altro della lunga tradizione dei manuali di arte militare, già in auge nell’età bizantina, come pure di alcune immagini-simbolo del tempo, che raffigurano gentiluomini e talora anche gentildonne corazzati di tutto punto. Castel Sant’Angelo e Palazzo Venezia ospitano due fra i più importanti nuclei al mondo di armi storiche.
Partendo da queste straordinarie collezioni, per l’occasione restaurate e riordinate, una serie di prestiti internazionali e un raffinato allestimento fanno conoscere allo specialista e al normale visitatore dei musei un fenomeno rimasto per molto tempo nell’oscurità.
La mostra è aperta a Castel Sant’Angelo tutti i giorni dalle ore 9 alle 19, e fino al 9 settembre dal giovedì alla domenica dalle 9 alle 23.30. A Palazzo Venezia dal martedì alla domenica, dalle 8.30 alle 19.30.
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