Al Museo delle Ciiviltà di Roma, nel quartiere EUR, la mostra Geisha – l’arte, la persona ripropone al pubblico di Roma il percorso ideato per l’esposizione Oggetti per passione – Il mondo femminile nell’arte giapponese, a cura di Anna Maria Montaldo e Loretta Paderni.
Le immagini di Suzuki Harunobu, assieme alle statue collezionate dallo scultore palermitano Vincenzo Ragusa, danno l’idea della vita delle Geishe, importanti icone della cultura giapponese.
Nelle illustrazioni di Harunobu le geisha vengono dipinte nel corso delle loro routine quotidiane, all’interno dei loro spazi privati, in momenti dedicati alla loro educazione, cura personale e studio delle arti. La grazia eterea di queste giovani donne viene enfatizzata attraverso queste immagini, dove possiamo scorgere i loro rituali di bellezza, come la preparazione del trucco, e guardare più da vicino agli accessori delle loro acconciature o elaborati kimono.
In queste immagini possiamo apprezzare la loro dedizione allo studio delle arti, fondamentali per le loro attività d’intrattenimento: la musica, la danza, la composizione floreale (ikebana), lo studio della poesia e della calligrafia, sono infatti parte del loro diletto quotidiano, ma anche raffinati mezzi di seduzione ma altrettanto necessari per la conquista della notorietà.
Durante I loro momenti di relax, possiamo inoltre trovare le geisha fumare, leggere, divertirsi in compagnia di animali domestici, o alle prese con i giochi; tutte attività parte dei loro passatempi, che rivelano un mondo nascosto e celato da finestre scorrevoli.
Le foto, di Fabrizio e Federico Bonifazi che troviamo nella mostra, ritraggono principalmente Gion, un quartiere di Kyoto, dove tra moderne insegne al neon e le luci delle auto, si può ancora percepire un’antica atmosfera. Le fotografie ci presentano le iconiche figure delle geisha, mentre camminano, sorridono o scendono da un taxi anziché i jinrikisha (risciò), emergendo dalle tenui luci dei sentieri più profondi della terra nipponica.
E’ possibile visitare la mostra fino al 30 ottobre presso il museo delle Civiltà – Museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini”.