Dal 4 settembre al 16 novembre, Romaeuropa Festival celebra i suoi quarant’anni con un’edizione monumentale che non guarda solo al passato, ma si proietta con slancio verso il futuro. 110 spettacoli, 250 repliche e oltre 700 artisti da tutto il mondo compongono il cartellone di quest’anno, diretto da Fabrizio Grifasi, per un evento che si conferma come uno dei più prestigiosi e multidisciplinari appuntamenti culturali in Europa.
A inaugurare la 40ª edizione, il 4 settembre, sarà il prestigioso Ballet Nacional de España, per la prima volta in collaborazione con il coreografo Marcos Morau, che porta in scena lo spettacolo “Afanador”, ispirato all’universo visivo del fotografo colombiano Ruvén Afanador. In scena 33 danzatori e 9 musicisti trasformeranno in movimento e suono le iconiche immagini dei libri Ángel Gitano e Mil Besos, restituendo un flamenco surreale e visionario. Lo spettacolo, realizzato con il supporto dell’Ambasciata di Spagna, dell’Istituto Cervantes e di Banca Ifis, è co-prodotto con il Teatro dell’Opera di Roma.
Il festival prosegue con una programmazione d’eccellenza nel campo della danza contemporanea. La Dresden Frankfurt Dance Company presenta un doppio programma che include Civil Society: Undertainment, una nuova creazione commissionata a William Forsythe, e Lisa, firmata dal direttore artistico Ioannis Mandafounis. Il Ballet National de Marseille, sotto la direzione del collettivo (LA)HORDE, propone Chronicles, con estratti da Room with a View e Age of Content.
A questi si aggiungono progetti sostenuti dal programma Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, come Soirée d’études di Cassiel Gaube a Villa Medici, TERRAPOLIS di Qudus Onikeku, e la nuova creazione My Fierce Ignorant Step di Christos Papadopoulos, che conferma il suo stile ipnotico e minimalista.
Il programma internazionale include nomi di spicco come il franco-marocchino Mohamed El Khatib (Finir en beauté, in collaborazione con il MAXXI), e il suo straordinario incontro scenico con Israel Galván in Israel & Mohamed. Torna anche Anne Teresa De Keersmaeker insieme a Rabih Mroué con A little bit of the moon, all’interno del focus dedicato alla scena fiamminga.
In quest’ultimo ambito, spiccano inoltre True Copy del collettivo BERLIN, il rituale scenico Mystica di Kasper Vandenberghe, e INHALE, DELIRIUM, EXHALE di Miet Warlop, potente installazione performativa di 1500 metri di seta.
Il REF accoglie inoltre nuove visioni del teatro europeo con Caroline Guiela Nguyen, che debutta con Valentina, e Milo Rau, in scena con LA LETTRE. Dal panorama tedesco arriva Moritz Ostruschnjak con Non + Ultras, mentre la canadese Louise Lecavalier propone il suo assolo danses vagabondes.
Il coreografo britannico Akram Khan, in collaborazione con l’artista saudita Manal AlDowayan, presenta Thikra: A Night of Remembering, spettacolo ispirato al deserto di AlUla, con un cast tutto al femminile. Dalla Taiwanese U-Theatre giunge Sword of Wisdom, che fonde percussioni, arti marziali e teatro, mentre dal Brasile, la coreografa Lia Rodrigues torna con Borda, ambientato nella favela di Maré.
Chiude l’orizzonte internazionale BAMBU, progetto che porta a Roma due giovani coreografi da un network che attraversa l’intero continente africano.
Come da tradizione, la creatività italiana è al centro della programmazione. Al Teatro Vascello, la compagnia Fanny & Alexander presenta L’analfabeta, con Federica Fracassi ispirata al testo di Ágota Kristóf. Motus esplora l’universo di Mary Shelley con Frankenstein (a love story) e Frankenstein (a history of hate). Fabiana Iacozzilli firma Oltre, un lavoro sul disastro delle Ande, mentre Gabriele Paolocà con Claudia Marsicano dà vita a un musical caustico su una sopravvissuta al Bataclan.
Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi dirigono la compagnia croata Studio Contemporary Dance in All’Arme, mentre KOR’SIA presenta a Roma Simulacro. A Federica Rosellini il compito di portare in scena iGirl di Marina Carr, in dialogo con l’artista Rä di Martino e la musica di Daniela Pes.
Il Teatro India ospita Buchettino, classico della Societas, e Atomica di Muta Imago, incentrato sul carteggio tra il pilota di Hiroshima e il filosofo Günther Anders.
Il Romaeuropa Festival propone un ricco calendario musicale. Laurie Anderson torna con Let X = X (2025) in prima italiana, mentre Alessandro Baricco è in scena con Novecento: Il duello insieme a Stefano Bollani, Alessio Bertallot ed Enrico Rava.
John Adams viene omaggiato dall’Accademia di Santa Cecilia con un programma che include estratti da Nixon in China e Short Ride in a Fast Machine. Segue Christophe Chassol con l’ensemble Miroirs Étendus e Christian Marclay con Constellation, progetto musicale e visivo che coinvolge Stephen O’Malley, Éliane Radigue e l’orchestra ONCEIM.
In Flammenwerfer, Hotel Pro Forma e Blixa Bargeld fondono teatro e musica, mentre il cinema entra in scena con i cine-concerti Whiplash (musiche dal vivo di Justin Hurwitz) e La Haine, con colonna sonora live degli Asian Dub Foundation.
Il giapponese Ryoji Ikeda propone due appuntamenti: Ultratronics, e Music for Strings con Ensemble Modern. Presenti anche il Decoder Ensemble con Andrej Koroliov e tre progetti dalla scena lituana: Sports Group, la band Merope, e il film Requiem di Jonas Mekas, in collaborazione con il MAXXI.
A chiudere il Festival, il 16 novembre all’Auditorium Parco della Musica, saranno Kruder & Dorfmeister con The K&D Sessions Live, celebrazione dei 30 anni di carriera del duo austriaco. Un concerto che farà rivivere dal vivo uno degli album più iconici dell’elettronica anni ’90.