E’ festa grande all’Auditorium di Roma. L’allestimento è quello della festa del cinema, di certo la Walt Disney, preduttrice del film, non ha badato a spese per rimettere e tirare a lucido per una sera tutto l’allestimento della Festa del Cinema di Roma. Si, perché il red carpet è stato ripristinato per intero, e le barriere tra il carpet ed il pubblico non sono del colore rosso della festa ma hanno solo cambiato colore.
Festa per una sera dunque, ma a differenza delle ultime edizioni del cinemafest il pubblico ha riempito completamente il parterre nonostante il freddo e la partita della Roma a poche centinaia di metri di distanza.
A Complete Unknown, il bioptic su Bob Dylan presentato in anteprima questa sera è l’occasione di riunire tanti giovanissimi, proprio quel pubblico che da tantissimi anni, troppi, manca alla festa del Cinema di Roma e che invece in una sera sola sono accorsi, accampandosi per ore dietro le transenne con blocchetto e pennarello degi autografi pronti da tirare fuori all’occorrenza.
Eppure queste generazioni non hanno mai ascoltato Robert Zimmerman, il menestrello del Minnesota di origini ucraine, non riescono a collocarlo a livello culturale nel tempo, non conoscono quella rivoluzione pacifista che ha tagliato in due un’america coinvolta nella guerra del Vietnam prima e nella guerra fredda poi, colui che invece fece impazzire le generazioni pacifiste di 10 lustri fa, ironia della sorte, proprio da oggi, periodo di guerra in Ucrain e con Israele.
Loro sono qui per Timothèe Chalamet, attore di 29 anni statunitense con cittadinanza francese, nipote del regista Rodman Flender. I ragazzi sono qui per questo giovane attore già affermato nell’olimpo cinematografico, e forse andranno al cinema per vedere quel film presentato a Roma in cui potranno dire: “io c’ero”. E forse vedendo il film potranno trarre informazioni preziose sulla vita del vero Bob Dylan, sui contenuti delle sue canzoni, sulla generazione, ormai lontana, dei loro genitori o forse, meglio, dei loro nonni.
Già candidato al premio oscar nel 2018 come miglior attore emergente nel film di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome, Timothèe sembra avere un cuore speciale a Roma, un tifoso giallorosso particolare che sul red carpet mostra, girandosi, un portachiavi con il logo della squadra capitolina al punto di andare via dall’Auditorium per riuscire a vedere la sua squadra del cuore
Prima di lui, davanti al cartellone del film sono sfilati tantissimi personaggi, attori, cantanti, politici, tutti pronti a scorrere davanti al pubblico, alle macchine fotografiche, alle telecamere per poi entrare in sala ed assistere alla première nell’auditorium mandando in visibilio estatico i giovanissimi con le lacrime agli occhi ed urla incontenibili.
Scene che potrebbero essere tratte dai documentari musicali dei Beatles, nel periodo in cui la beatlemania non riusciva ad essere capita dalle generazioni più grandi ma a cui oggi siamo pronti a capire anche se non completamente.
Francesco Montanari, Leo Gassmann, Michele Bravi, Lillo per citare sui più noti tralasciando i personaggi politici. Ma anche tanti giovani influencer che hanno alternato look classici con quelli più stravaganti creando un caleidoscopio davanti a quel cartellone con la scritto A Complete Unknown, il titolo del film proiettato in sala. Senza dubbio tanti sorrisi ed in alcuni casi un po’ di imbarazzo non essendo abituati a avere così tanti flash davanti agli occhi solo per loro.
Una serata molto particolare che forse per un volta ha fatto capire come dovrebbe essere la Festa del Cinema di Roma, con ogni spazio disponibile ancora pieno, un pubblico giovane su cui poi poter diffondere cultura. Ci vorrebbe un Timothèe al giorno su quel bellissimo tappeto rosso romano che riveste d’eleganza l’Auditorium.