Ancora una volta, un film presentato alla Festa del Cinema di Roma è teatro di un episodio di teppismo che ha scosso l’atmosfera di una delle più importanti manifestazioni cinematografiche italiane. Dopo il caso del “ragazzo dei pantaloni rosa“, in cui un gruppo di adolescenti aveva lanciato commenti omofobi e violenti contro il protagonista durante la proiezione di un film, ora a far parlare di sé è un’altra aggressione, questa volta indirizzata contro il film di apertura della festa “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre, proiettato sabato 9 novembre 2024 al Cinema Atlantic di Roma.
Un gruppo di ragazzi incappucciati, presumibilmente di circa 15 anni, ha fatto irruzione nella sala 3 del cinema durante l’ultima proiezione del giorno, interrompendo violentemente la visione del film e rivolgendo insulti pesanti verso gli spettatori, accusandoli di essere “comunisti di merda”. La proiezione è stata bruscamente interrotta, ma solo grazie al buon senso degli spettatori presenti che hanno evitato lo scontro fisico. È un episodio che fa riflettere sulla preoccupante escalation di bullismo violento che sta minando la fruizione culturale in alcuni contesti, trasformando eventi che dovrebbero essere di aggregazione e riflessione in luoghi di tensione e aggressività.
Secondo quanto riportato dalla giornalista Bianca Berlinguer, figlia del segretario del PCI Enrico Berlinguer, che ha condiviso sui social un messaggio ricevuto da un testimone dell’incidente, l’incursione è avvenuta nella serata di sabato scorso, intorno all’ora di chiusura della proiezione. Il gruppo di ragazzi, probabilmente già presenti nel cinema in altre sale, ha interrotto bruscamente la visione del film, camminando davanti allo schermo, parlando ad alta voce, accendendo luci e sputando a terra.
In un secondo momento, i teppisti hanno aperto le porte della sala, facendo entrare altri ragazzi, fino a formare un gruppo di 8-10 persone. Tra gli insulti rivolti agli spettatori, il coro più ripetuto è stato quello contro i “comunisti”, ma non sono mancati anche epiteti offensivi nei confronti di una ragazza straniera presente in sala. Il pubblico, comprensibilmente infastidito, ha richiesto l’interruzione immediata della proiezione, mentre una signora ha chiamato il 112 per denunciare l’accaduto.
Fortunatamente, l’intervento dei dipendenti del cinema e l’arrivo delle forze dell’ordine hanno posto fine all’incidente. I ragazzi, vistosi scoperti, sono fuggiti prima dell’arrivo dei carabinieri, che, dopo aver redatto un verbale, hanno commentato l’episodio come una “ragazzata”, definendo la vicenda come un atto di teppismo giovanile privo di un reale significato politico.
Quello che preoccupa ulteriormente è lo sminuire dell’episodio da parte delle forze dell’ordine, un costante atteggiamento già visto negli scorsi giorni nelle manifestazioni pro Palestina e soprattutto a Bologna negli scontri contro gli antagonisti, un atteggiamento di natura politica spalleggiato su più ampia scala dalla maggioranza di governo che demonizza pericolosamente, anche per il tramite delle forze dell’ordine, l’opposizione. Non è un caso che il vicepresidente del Consiglio dei Ministri (inquisito per aver impedito, nel 2019, lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti) ha apostrofato ignobilmente e pubblicamente come “zecche rosse” le forze di sinistra e che chieda l’allontanamento di magistrati che non rispondono alla sua ideologia.
Non è la prima volta che simili episodi accadono in quella zona, tra l’altro luogo dove ogni anno si schierano militarmente fascisti nella ricorrenza di Acca Larentia, ma questo caso, vista la natura della proiezione e il film in questione, assume un particolare significato.
Il film “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre racconta la storia di Enrico Berlinguer, il segretario storico del PCI, ed è una riflessione sulla sua figura e sul suo impatto politico e sociale, che ha segnato la storia della sinistra italiana. Il tema e il protagonista hanno inevitabilmente suscitato reazioni contrastanti, soprattutto tra le nuove generazioni, non sempre legate emotivamente e culturalmente alle figure del passato. Seppur in un contesto di libertà di espressione e di pensiero, l’incursione violenta di alcuni ragazzi potrebbe non essere semplicemente un atto di teppismo casuale, ma il frutto di un disagio sociale più profondo, che coinvolge questioni politiche ed ideologiche.
Questi episodi di violenza verbale e fisica ci pongono davanti a una realtà preoccupante: sembra ci sia una perdita del senso di rispetto verso il diverso e, in un contesto di crescente polarizzazione politica, si vede sempre di più il confronto politico come terreno di scontro fisico e verbale ormai con una preoccupante frequenza.
L’episodio di sabato scorso non è un caso isolato, ma l’ennesima manifestazione di una tendenza che, se non affrontata con decisione, rischia di rovinare la bellezza della cultura cinematografica e di creare una frattura insanabile tra i giovani e la memoria storica del nostro paese.