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Giancarlo Sirolesi, dal 1960 ad oggi. Ricordi di un fotografo d’altri tempi

foto: Riccardo Piccioli

Abbiamo incontrato Giancarlo Sirolesi alla 19ª festa del cinema di Roma. Un fotografo da sempre sulle scene di Roma, in quella Roma notturna da prima della dolce vita, tra locali notturni e jetset. Una breve intervista con qualche ricordo di altri tempi, quasi vissuta in bianco e nero.

Ciao Giancarlo, ci ritroviamo di nuovo tra i tavoli di una sala stampa ancora vuota vista l’orario e ne approfittiamo per qualche domanda. Domanda banale, professione?

Fotografo, da dicembre 1959, veramente il primo gennaio del 60 Con il Piper. Non era ancora il periodo Beat? Ma siamo lì. Ho conosciuto altri fotografi, Un altro fotografo, Umberto Pizzi mi ha detto: “te che fai?” Dice, guarda, sono dell’Agenzia Europa e mi hanno detto che qui a Roma devi lavorare, unisciti con le foto a noi ti facciamo bene, fai tutto quello che vuoi. C’era pure il fratello… “Senti, facciamo… siamo tre, vuoi stare con me col gruppo?” ed io: “Certo” e quindi siamo diventati in quattro ed  abbiamo lavorato tutti i locali che c’erano a Roma.

Solamente notturni o anche di giorno?

No, no, notturni. Poi ha incominciato il famoso, Piper. Il Piper era l’unico, ma poi piano piano, il Jakie O, piano piano sono aperti tutti quanti. Un giorno ho conosciuto Giancarlo Bornigia che era il proprietario del Piper, del Gilda, eccetera, eccetera. Mi chiama una sera, “se vuoi – dice –   vieni la sera, vedi chi viene”. Ed io: “Certo dottore. “E da quel  momento, dal  diciamo 61 o 62, tutte le sere lì al Gilda e ovviamente il giorno ero reporter per Il Tempo. Addirittura sono stato quasi 50 anni al Tempo. E poi, diciamo, altre riviste e collaborazioni. Effettivamente io e questi tre siamo diventati i più importanti di Roma, ci chiamavano tutti, abbiamo anche creato attrici attori che diciamo a un certo momento, “ti metti qui, ti metti la, io mi metto qua facciamo qualche cosa” ed a volte le foto le mandavamo a Panorama.

Quindi in realtà non era solamente un lavoro di fotografia ma anche un lavoro da talent scout, cioè “io ti do importanza con le foto e tu emergi”

Esatto, è perché ci chiamavano i proprietari, locali e davamo importanza a quelli. Dopo visto che c’era il Gilda, c’era qualche altro localetto l’hanno aperto, però non faceva il colpo come faceva il Gilda, ma siamo diventati veramente forti, ci chiamavano tutti.

E poi dal 61-62 è cominciata la Dolce Vita, ed è venuto Rino

Barillari? No, è venuto molto dopo, molto dopo, e vedeva noi. Perché lui mi sembra aveva un bar, non so che cosa, non so poi l’ha lasciato al figlio, non ricordo bene la storia. Lui ci ha visto ed iniziava anche lui a scattare foto ed ovviamente ci ha visto, però ad un certo momento ci rovinava, perché mentre noi facciamo la fotografia anche da lontano, io resto al posto mio, il personaggio sta lì, senza disturbare, anche se ci guarda non succede niente. Lui invece gli andava sotto, lui gli faceva la foto, quello si arrabbiava e gli dava i calci. In quell’epoca ha preso sempre i calci e pugni pur di scattare una foto. Per noi invece non era importante fare questo perché un ritratto ce l’hanno già i giornali.. A volte noi lo vedevamo: “mi raccomando stai buono devo fare una foto dopo” ma niente, era più forte di lui.

Un po’ forse lo ricercava pure apposta, per fare gossip a sua volta immagino…

no, no, no proprio perché lui la fotografia se l’assicurava, soltanto chiaramente la flashata in faccia è fastidiosa . È stato un casino per noi, ha rovinato un po’ la piazza ma le foto le dovevi portare a casa lo stesso.

E gli informatori per un fotografo all’epoca chi erano?

Il locale stesso, ma all’epocanon c’erano telefoni cellulari. Stavamo attaccati ad una cabina telefonica a turno. All’epoca si poteva telefonare alle cabine telefoniche.  E poi anche Bornigia stesso: “ti va di venire questa sera?”. E poi c’erano anche altri luoghi, a via Veneto, al centro di Roma, che piano piano andavamo anche lì da loro perché non potevamo fare solo la bornigia, e ci informavano: “Oggi c’è questo qui, però ti metti un pochetto fuori dalla porta… “

Poi capitava che qualcuno diceva: “Qui c’è una famosa sfilata di questa cosa, se te la senti..” ed io: “e come no? se la fai in moda, siamo io e altri due fotografi” e  er fortuna in quegli eventi non chiamavano Barillari che intanto si era fatto un nome.

Ok, quindi si passa dalla gossippata, alla foto di strada fino alle foto di interni, moda, cinema e cose del genere

Le prime del cinema. Alle prime del cinema venivano anche altri fotografi, le produzioni. Prima arrivavao i ragazzini con le instantanee e le polaroid, poi con il digitale è esplosa, il boom. E certo, un po’  ci hanno rovinato, perché le mandavano subito col computer.

Ok torniamo indietro nel tempo, solo cinema e locali?

Una volta ha mi chiamato un giornalista. Dice guarda che all’Adriano vengono i Beatles. 1965. Se ti metti lontano…soltanto che questo giornalista aveva macchina piccola e scoperta. Siamo arrivati all’Adriano e c’era una ressa, tanta gente. Lui si è precipitato sotto all’entrata di Adriano e non ho potuto fare la fotografia. Lui mi ha fatto un occhietto e mi ha detto Piper. Ho preso una motoetta e faccio finta di seguirlo. Questo giornalista mi ha detto che il proprietario, che era in Bordigia, ti proibisce di fare queste foto. Si ferma la macchina, io sto di dietro, e vediamo una fila incredibile di persone. Arrivano i beatles dopo il concerto, hanno visto questa fila e si sono messi paura. E quindi niete, mi sono saltati

E quindi non sono più andati al Piper alla fine?

No, sono scappati proprio.

Feste del cinema quante ne hai fatte un episodio simpatico e uno un po’ meno simpatico se ce li puoi dire

no addirittura sono tutti simpatici. Considera che nei primi eventi del cinema, noi aspettavamo che venissero gli attori, il regista vedeva a noi “venite venite facciamo un gruppetto tutto quanti”. Noi rimettevamo il gruppetto tutti abbracciati, foto e loro andavano via salutando con la mano. Abbiamo visto anche nascere attrici.

Oppure, Fregene, Gilda Beach, sempre di Bornigia e lì era una cosa veramente bestiale. C’era anche Barillari ed anche lì ha preso qualche calcio. C’era questo attore famoso e sta diciamo lì seduto con una donna. Viene Barillari vicino a me e mi dice “tanto è buono”,. No, quello te mena. Era Mikey Rourke. E niente, è andato, si è messo in ginocchio e gli ha fatto la foto lui si è alzato e gli ha dato i calci al sedere. Pensa come è cambiato rispetto ad oggi. Oggi tutti seduto li, photocall, red carpet, tutti a fare la stessa fotografia. Il cinema è cambiato tanto, l’ambiente e le circostanze. Ma è la stampa bellezza.