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“L’abbaglio” di Roberto Andò: tra storia ed illusione, al cinema dal 16 gennaio

Actors Salvo Ficarra, Toni Servillo, Film director Roberto Ando' and actor Valentino Picone attend the photocall of the movie 'L'Abbaglio' at Barberini Cinema in Rome (Italy), January 09, 2025.

foto: Andrea Staccioli/INSIDEFOTO

L’11 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi sbarca a Marsala con i suoi Mille, segnando l’inizio di un’epopea che ha cambiato per sempre la storia d’Italia. Eppure, in questo capitolo chiave del Risorgimento italiano, ci sono storie nascoste, volti meno noti e dinamiche umane che, pur restando ai margini dei grandi eventi, sanno raccontarli con una profondità unica. È proprio in questi “angoli laterali” della Storia che Roberto Andò ha deciso di immergersi con il suo nuovo film, “L’abbaglio”, in uscita nelle sale il 16 gennaio.

Alternando commedia e dramma, Andò offre al pubblico un viaggio nelle pieghe meno esplorate dell’impresa garibaldina, portando sullo schermo una narrazione che, come spiega il regista, “intensifica la realtà attraverso la fantasia”.

“L’abbaglio” si concentra su uno stratagemma decisivo per la conquista della Sicilia. Le camicie rosse, guidate da Garibaldi, simulano un ripiegamento verso l’entroterra, ingannando le truppe borboniche che credono di avere il nemico in fuga. In realtà, il grosso dei Mille si dirige rapidamente verso Palermo, pronto a conquistare la città.

Questa “illusione ottica”, come la definisce il regista, diventa il centro narrativo del film, che sceglie di raccontare non l’epica dell’impresa, ma la storia di un piccolo manipolo di uomini guidati dal colonnello Vincenzo Giordano Orsini. Un personaggio complesso, idealista e integerrimo, ma tormentato dai dubbi, interpretato da un magnifico Toni Servillo.

Al suo fianco, due figure apparentemente in contrasto con lo spirito risorgimentale: Domenico Tricò e Rosario Spitale, due pavidi siciliani arruolati più per convenienza che per ideali. Interpretati da Salvo Ficarra e Valentino Picone, i due personaggi portano in scena un’ironia pungente che riecheggia il meglio della tradizione della commedia italiana.

Come spiega Andò, il film è “il racconto di due disillusi che incontrano un illuso”. Questa dinamica, che alterna momenti di leggerezza e riflessione, restituisce con autenticità il clima di un momento storico in cui sogni e compromessi si intrecciano in modo indissolubile.

Toni Servillo, al suo quarto film con Andò, regala un’interpretazione carica di sfumature. Il suo Orsini è un aristocratico mazziniano assillato dal conflitto interiore tra la disciplina militare e la crescente consapevolezza del “torbido” nelle azioni dei Mille. Come sottolinea Servillo, “il fascino del personaggio di Orsini sta proprio nel suo essere dilaniato tra il dovere e la moralità, un dilemma che si intensifica nella relazione con Garibaldi”.

Garibaldi, interpretato da Tommaso Ragno, diventa una figura ambivalente, che incarna tanto il carisma dell’eroe quanto il peso delle scelte che trascendono l’etica individuale. La sua presenza alimenta i dubbi di Orsini, rendendo il loro rapporto uno dei cardini emotivi del film.

Salvo Ficarra e Valentino Picone portano nel film una vena di umorismo che si intreccia armoniosamente con il registro più drammatico della narrazione. I loro personaggi, descritti come antenati dei protagonisti de “La grande guerra” di Sordi e Gassman, rappresentano quella parte della popolazione perplessa e diffidente nei confronti delle grandi rivoluzioni.

“L’abbaglio” non si limita a raccontare un episodio chiave del Risorgimento, ma solleva domande profonde sulla natura delle rivoluzioni. Come spiega Andò, il film esplora il confine sottile tra le illusioni che spingono al cambiamento e le disillusioni che spesso ne derivano. “Ci chiediamo – afferma il regista – se quella del Risorgimento sia stata una rivoluzione realmente compiuta o se abbia pagato il prezzo di troppi compromessi”.

La parabola del film, che culmina in una conclusione volutamente ambivalente, riflette le contraddizioni di un periodo storico che continua a interrogare il nostro presente.

Oltre a Servillo, Ficarra e Picone, il cast include Giulia Andò, Leonardo Maltese e Pascal Greggory, che arricchiscono ulteriormente il racconto con interpretazioni intense e sfaccettate.

Tommaso Ragno, nel ruolo di Garibaldi, aggiunge una profondità inedita al mito dell’eroe, evidenziandone le fragilità e le contraddizioni. Come afferma l’attore, “interpretare Garibaldi è stato un onore, ma anche una sfida. È una figura complessa, che porta con sé la grandezza del leader e il peso delle scelte morali”.