Tutti per uno, uno per tutti è il famoso motto dei tre moschettieri, che tornano dopo anni a vestire i panni dei paladini spadaccini nella Francia di Luigi XIV.
In tutti questi anni di inattività militare D’Artagnan (Pierfrancesco Favino), Porthos (Valerio Mastandrea), Athos (Rocco Papaleo), Aramis (Sergio Rubini) erano rispettivamente un allevatore di bestiame con un improbabile accento francese, un castellano lussurioso, un frate indebitato e un locandiere ubriacone.
Una nuova commedia italiana di Giovanni Veronesi, che torna dopo venti anni con una rivisitazione storica dopo il western ‘Il mio west’, in cui l’ironia ne è il leit motif, divertendi a mostrare i fedeli servitori del regno di Francia alle prese con gli acciacchi dell’età.
“Avevo in mente questo film dagli anni ‘80” dice Genovesi, “epoca in cui avevo detto a Nuti di mettere insieme lui stesso, Verdone, Benigni e Troisi per fare i moschettieri: pensate che quartetto sarebbe stato. Però a quell’epoca ognuno aveva il suo orto e se lo zappava e quei quattro non avrebbero mai potuto mettersi insieme”.
Nel film di Veronesi insomma una sorta di armata Brancaleone che tenta di tornare agli antichi fasti agli ordini della regina Anna interpretrata da Margherita Buy che si ritrova a salvare la Francia dalle trame ordite a corte dal perfido Cardinale Mazzarino (Alessandro Haber) con la sua cospiratrice Milady (Giulia Bevilacqua).
Affiancati nelle loro gesta dall’inscalfibile Servo (Lele Vannoli) muto, e da un’esuberante Ancella (Matilde Gioli), i quattro – in sella a destrieri più o meno fedeli – combatteranno per la libertà dei perseguitati Ugonotti e per la salvezza del giovanissimo, parruccato e dissoluto Luigi XIV. Muovendosi al confine tra eroico e prosaico, i nostri si spingeranno fino a Suppergiù, provando a portare a termine un’altra incredibile missione. Difficile dire se sarà l’ultima o la penultima.
Gallery:
{gallery}GALLERY/20181218_Moschettieri_del_Re:::0:2:jquery_colorbox:Classic{/gallery}