#Cinema e Fiction

Presentato a Roma il film Tolo Tolo, con Checco Zalone che diventa anche regista

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foto: Redazione

L’uscita prevista è per il 1 gennaio 2020 per l’ultimo film di Checco Zalone, il cui ‘tormentato trailer’ ha fatto sorgere qualche perplessità. Un film ambientato in Kenya, in cui in realtà molte comparse, a dispetto delle discussioni passate, sono state reclutate proprio nei centri di accoglienza.

Un film pieno di avventure o meglio disavventure, la cui data di uscita è stata posticipata al periodo post natalizio, pur rimanendo in date festive di inizio anno, per permettere un possibile maggiore incasso a “Il Primo Natale” di Ficarra e Picone, anch’esso prodotto dalla Taodue di Valsecchi.

Un lavoro cinematografico importante che ha coinvolto una troupe di oltre 120 persone, con location divise tra Watamu in Kenya, Marocco, Malta, ed in Italia a Roma, Latina, Bari, Monopoli, Gravina di Puglia e Trieste.

Dopo quattro anni esatti di assenza dal grande schermo, Luca Medici, ovvero Checco Zalone, si propone anche in veste di regista, oltre che di autore assieme a Paolo Virzì, con la consueta produzione di Pietro Valsecchi.

Un boss della malavita pentito, accompagnato da un agente della Digos, chiamato a proteggerlo e appena licenziato per colpa dei tagli alla spesa pubblica, trova accoglienza sulla costa del Kenya vicino Malindi. I due diventeranno presto inseparabili amici e compagni delle più svariate disavventure. Una guerra lo costringerà a far ritorno percorrendo la tortuosa rotta dei migranti.

La presentazione alla stampa odierna si è aperta ovviamente sul tema del debutto da regista del celebre attore pugliese, una novità assoluta visto il successo dei precedenti film che hanno sbancato in passato il box office italiano. Il produttore Pietro Valsecchi è rimasto soddisfatto di questa opera primaapprezzando il modo in cui Zalone è riuscito a mettere in scena la realtà contemporanea con garbata distanza e ironia, mentre lo stesso Zalone non ha nascosto di essersi spesso sentito smarrito, in preda ad agitazione e ansia, e di aver capito quante responsabilità si celano dietro al ruolo del cineasta solo dopo aver iniziato le riprese. Inoltre, dopo l’uscita del Trailer che ha portato molte polemiche, lo stesso regista ha ammesso di averle in parte previste,  ma non a tal punto da finire in prima pagina sui quotidiani nazionali e locali fino a diventare argomento di primo piano durante un talk show fino all’analisi in cui le critiche vengono amplificate dai media e social creare un ‘caso’ che in questo caso sono state in realtà buona pubblicità.

Il film in realtà non assume e non vuole assumere una connotazione politica ma di qualcosa che va oltre, per esplorare delle persone in cerca di futuro e accoglienza.

L’incontro in kenya con il piccolo Nassor Said Birya, ha subito colpito Checco Zalone con i suoi enormi occhi espressivi, la sua fame di successo e la sua capacità di rimanere calmo. Una condizione ben diversa da quanto aveva trovato nei provini con attori ricercati per la parte di Doudou che ha donato spontaneità al personaggio in modo fortuito ma davvero efficace.

Ha concluso la conferenza Nichi Vendola, dicendosi orgoglioso di aver fatto parte di un film capace di far sorridere e commuovere.

 

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