Folk, Pop e Rock: mescolare bene e servire su un palco con tanta energia come condimento. Questa è la ricetta di Eugenio in Via di Gioia, band torinese giunto alla pubblicazione del terzo album. Nati come artisti di strada dal 2012 sono presenti nel panorama musicale pur avendo una media di 28 anni, e sono debuttanti sul palco del Primo Maggio. Grande risultato anche solo la partecipazione all’annuale kermesse per una band giovane che ha mantenuto energia e contatto con il pubblico.
“Prima di tutto ho inventato me stesso” il primo brano in cui con un cubo di rubik in mano Eugenio Cesaro, frontman della band, imbraccia la sua chitarra ed inizia lo show. “Prima di tutto ho inventato me stesso. Ho lavorato per sei giorni di fila, un inferno!” praticamente l’inizio di tutto, la genesi in chiave musicale, scritta con intelligenza e simpatia, in un ensamble ben amalgamato tra ritmo shuffle/swing w controcori a cappella con la più classica delle formazioni musicali: chitarra basso batteria (con octapad) e tastiere per un testo che include anche riflessioni e condanne: “Eliminare le differenze di razza ed etnia per essere tutti uguali. Come i cinesi, neri, di fronte ai raggi solari.” Genesi si, ma anche e soprattutto intorrogativi sul futuro.
Il secondo brano, “Altrove”, una bella ballata anch’essa con la semplicità della voce chiara e ben scandita rivolta verso se stesso: “Povera mente, io ti uccido ogni giorno con le mie idee, povero cuore io ti metto alla prova ogni giorno ma povero me. Mi perderò altrove”. Un testo sentito sulla propria pelle anche in questo caso e non solo musica in un insieme gradevole.
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