Sarà l’Auditorium Parco della Musica, domenica 25 novembre, a concludere l’edizione numero 30 del Romaeuropa Festival 2018 attraverso ben 5 concerti che si alterneranno dalle ore 16:00 alle ore 21:00, dalla Sala Santa Cecilia alla Petrassi, passando per la Sinopoli e il Teatro Studio Borgna.
Torna protagonista la grande musica a cavallo tra generi e contaminazioni per evidenziare la voglia di mediazioni e riconciliazioni tra opposti, tra generi con la necessità di riflessione.
Protagonisti della serata la star del Benin Angélique Kidjo nella sua unica data italiana di presentazione del nuovo disco Remain in Light by Talking Heads, Matthew Herbert, per la prima volta in Italia, sul palco della Sala Santa Cecilia con la sua Brexit Big Band, l’artista visivo e musicista giapponese Ryoji Ikeda in un doppio appuntamento e il musicista contemporaneo Franco D’Andrea, sul palco con il suo Octet con Intervals I – II.
Angélique Kidjo ha vinto nella sua carriera tre Grammy award e presenta – per la prima volta in Italia – il nuovo disco uscito di recente Remain in Light, l’album dei Talking Heads registrato dal gruppo insieme a Brian Eno nel 1980 e contaminato, a partire dall’influenza del musicista nigeriano Fela Kuti, dalla poliritmia africana, dal funk e dalla musica elettronica, con la collaborazione di Ezra Koenig dei Vampire Weekend, Tony Allen e molti altri artisti. Il nuovo lavoro celebra il genio di Brian Eno contaminandolo con il canto euforico di Angélique, testi cantati in lingue del suo paese d’origine e percussioni esplosive. Un vero e proprio incontro tra sonorità e culture differenti, ma anche un omaggio a una delle più grandi band della storia della musica, attraverso lo sguardo di una delle artiste più cosmopolite di sempre.
Matthew Herbert, conosciuto anche come Doctor Rockit o Mr. Vertigo, è, oltre che musicista, anche DJ e produttore musicale. Si presenta – con la sua Brexit Big Band – con più di cinquanta artisti tra musicisti, cantanti, coristi e solisti, provenienti dai differenti Paesi che si incontrano sul palco e formano un’unica enorme band per celebrare l’unione tra i popoli, tra gli artisti, tra i suoni dell’Europa e del mondo. Una vera e propria festa d’addio, iniziata con l’annuncio dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, che sta attraversando tutto il vecchio continente, coinvolgendo artisti e pubblici diversi, per culminare, nel 2019 (l’anno in cui il Regno Unito uscirà ufficialmente dall’UE), nella registrazione e pubblicazione di un unico album.
Uno dei maggiori esponenti della computer music contemporanea e uno dei pionieri della musica astratta – il compositore e artista giapponese Ryoji Ikeda – si è guadagnato un posto nella storia della musica grazie a una precisione ed estetica matematica, insieme all’attenzione per le caratteristiche essenziali del suono e della luce.
Per lui un doppio appuntamento, già dal pomeriggio, in prima nazionale Music for Percussion (Sala Petrassi, ore 16:00): composizione nata in collaborazione con il gruppo di percussionisti Eklekto Ensemble, che restituisce, in formato analogico, i suoni digitali a cui ci ha abituati il genio giapponese e Datamatics [ver. 2.0] (Sala Petrassi, ore 18:00). Più che un semplice concerto di elettronica sarebbe corretto definire quest’ultimo un ‘percorso sensoriale’ in cui dati analogici sono traslati nel codice digitale: una performance live in cui suoni, luci e forme geometriche semplici, dove bianco e nero si alternano, ipnotizzando letteralmente lo spettatore e trascinandolo in un universo digitale irriconoscibile e privo di coordinate.
Considerato uno dei musicisti più importanti della scena contemporanea, grazie alla sua capacità di assorbire le esperienze del Novecento storico, fondendole con la musica africana e con l’Avanguardismo Americano, Franco D’Andrea Octet presenta Intervals I – II sul palco del Teatro Studio Gianni Borgna (ore 17:00). Intervals I e Intervals II sono i due episodi del progetto, portato avanti dal compositore e pianista jazz di Merano, incentrato sulla particolare combinazione di intervalli da cui scaturiscono improvvisazioni collettive.