Cinquanta e non sentirli. I Procol Harum hanno conlcuso il loro tour del cinquantesimo anniversario nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma con una fantastica esibizione fatta essenzialmente di musicalità progressive. Una serata straordinaria che ha visto il ritorno su un palco romano della band dopo sette anni di assenza.
Innovativi cinquant’anni fa, inossidabili oggi, alternando i vecchi successi, davvero storici, a brani dell’ultimo album dal titolo Avum pubblicato nel 2017 dopo ben quattordici anni di distanza dall’ultimo album. Quest’ultimo Album è composto da undici canzoni scritte dall’intera band con l’aiuto del paroliere Pete Brown, già noto in passato per la sua collaborazione con i Cream.
E se la musica è rimasta inalterata nel tempo, anche la voce di Gary Brooker non è da meno, per intonazione e sfumature. A Whiter Shade of Pale difatti è davvero sembrata come se fosse stata appena partorita dalla penna di Brooker, unico superstite della band originaria del 1967, una voce che dopo tanto tempo ha trovato forza e stabilità in tutte le ottave, una voce che acquista valore con il passar del tempo.
Ma non solo A Whinter Shade of pale, certo la più famosa o meglio la più conosciuta, ma anche altre Hit come Homburg o Conquistador, Pandora’s Box, As strong as Samson fino ad A Salty Dog, oltre ai pezzi del nuovo album ben accolte dal pubblico tra i quali citiamo Sunday Morning, Businessman, l’allega Neighbourhanno. Un mix di tempi e brani che ha davvero mandato in estasi il pubblico presente, grazie anche alla band all’altezza delle aspettative composta anche dal quarantaseienne Matt Pegg al basso, già bassista nei Jethro Tull, Geoff Dunn alla batteria che vanta partecipazioni con Van Morrison e Jimmy Page, il sessantaseienne Geoff Whitehorn alla chitarra, anche lui con partecipazioni eccellenti tra i quali The Who, Roger Waters, Paul McCartney ed infine Josh Phillips alle tastiere collaboratore in passato di Paul McCartney, Pete Townshend, Eric Clapton. Grandi musicisti che nel tempo oltre che con i Procol Harum, hanno contribuito in modo sostanziale alla storia della musica mondiale.
Sarà un caso che nelle loro canzoni ascoltate da un pubblico attento e composto dell’Auditorium di Roma, qualcuno si è alzato dalle poltrone ed ha ballato un lento?