Oltre a tutte le serate canoniche musicali di Roma, dai grandi eventi, Vasco Rossi certamente, Rock in Roma, perché no… i cantautori che riempiono i palazzetti, e quelli programmati direttamente allo stadio Olimpico o al centrale del Tennis. Ma nella post quarantena, Roma attende anche realtà più piccole che meritano non solo i piccoli locali ma sicuramente assi di palcoscenici più grandi ed illuminati.
C’è una cosa che manca tantissimo a Roma nelle miti serate primaverili: Patrizio Maria, una voce particolare accompagnato da una vena musicale che esprime con le dita sulle sei corde della chitarra, quella stessa chitarra che nel tempo ha accompagnato grandi artisti italiani con valenza internazionale, da Little Tony a Patty Pravo, dal Locasciulli a Ivan Graziani passando per Alberto Camerini e moltissimi altri. Un personaggio musicale che riesce a spaziare con estrema nonchalance tra il punk, il dandy ed il genere romantico il tutto racchiuso in un solo artista, una persona che riesce a scrivere testi estremamente pungenti raccontati con amore ed armonia.
E ad Ivan Graziani Patrizio deve davvero molto, dal suo modo di giocare con le parole, ad una vocalità tipica del cantautore purtroppo prematuramente scomparso, alla disinvoltura con cui accordi e riff si alternano sulla tastiera della chitarra.
E sono nati gli album ‘Io c’ho l’ansia’, ‘India Londinese’ e ‘Banana Confused’, due album nati e cresciuti nel pieno degli anni 2000 e che hanno riscosso il favore della critica nazionale e lo dichiarano finalista a Musicultura ed una miriade di numerosi singoli che lo rendono una realtà davvero interessantissima nel panorama musicale italiano.
Non è stato difficile sentirlo suonare sui palchi della città, e dopo questo periodo di isolamento da virus, attendiamo con Ansia di riascoltarlo nuovamente live in serate piene di energia come quelle che fino ad oggi ci ha regalato.