Torna live – a Roma – il cantautore PATRIZIO MARIA
Dopo quasi due anni di silenzio, a causa del Covid, i concerti di Patrizio Maria riprendono e il cantautore di “Io c’ho l’ansia” torna sul palco dell’Acustico Club, nel quartiere Prati, a Roma.
Una tournée già organizzata in occasione dell’uscita del suo terzo album, un biglietto d’aereo da comprare l’indomani e una telefonata… quella che ha cambiato le cose. «La tournée è sospesa! Qui sta girando un virus simile alla polmonite e forse bloccano i voli in entrata. Dobbiamo rimandare!». Questa la brusca interruzione del sogno di un tour nel lontano Oriente a dicembre del 2019, quando gli italiani ancora non avevano idea di cosa sarebbe accaduto alle proprie esistenze di lì a poco. «Aspettiamo qualche giorno, vedrai, non sarà niente di grave…». Le parole di una speranza mista a preoccupazione, in breve divenuta illusione di continuare la vita normalmente. Parole! Indietro non si torna, la linea del Tempo è stata deviata senza preavviso, senza che un’adeguata preparazione alla “fine” potesse essere impartita. Da lì in poi solo ordini, regole ferree, poca flessibilità e accondiscendenza, zero libertà d’espressione. Un’escalation di divieti, ordini come a soldati e un silenzio di resto, simile a una mancia lanciata con disprezzo e in odore di tassazione.
È finita così la vita dei musicisti, dei tecnici del suono e degli organizzatori dei live, i lavoratori di un settore messo in ginocchio, bendato e spinto giù nel dirupo dei Dpcm, dove i Presidenti #senzaterra del Consiglio hanno detto No, senza condizionale. Un settore, quello della Musica, che è stato completamente abbattuto, come la peggiore delle esecuzioni. La Musica e i suoi figli sono stati assassinati! Tranne il Jazz, quello va bene sempre perché è per tutti: avvocat*, ingegner*, cineast*, vertici del G20, latin lover, medici, docenti, operai*, writers, corrieri, giornalist* e amministrat* di comdominio. Quel genere che nessuno capisce ma tutti ascoltano, sarà il fascino dell’inintellegibile, vai a capire… In questo periodo storico raccapricciante, il Jazz sta ai musicisti d’altri generi come un Mastro Titta a un Rugantino già condannato. “La Musica è finita” – diceva il maestro Califano, “ma gli amici restano”, diceva sempre il Maestro Califano e allora ci rivediamo al concerto di Patrizio Maria, all’Acustico Club, chi dentro, chi fuori, chi vecchio fedele ascoltatore delle sue canzoni composte e cantate sul filo rosso di una realtà personale molto partecipata, chi nuovo curioso di sentire (e vedere) il concerto sui generis di un artista non propriamente etichettabile. PATRIZIO MARIA, quello di IO C’HO L’ANSIA, quello che andò a Sanremo Giovani con JAMARJÀ quando era forse troppo presto per parlare dell’illusione dell’uomo di sentire casa ovunque esso si trovi, il DANDY della sua stessa vita, romantico e diretto, due facce di una medaglia d’oro alla sopportazione delle beghe di famiglia, l’IPOCONDRIACO della propria esistenza, minata in continuazione dalla paura di perdere il contatto con la realtà e la libertà d’espressione, arrabbiato con la Cultura – o chi per Lei – che poco ha saputo fare per svegliare dal torpore dell’ignoranza volontaria la sua generazione e quelle a venire e per questo ha scritto SOCIOPATICA, uno dei singoli più amati del suo secondo album di quasi dieci anni fa. Chi è la sociopatica? È la Cultura, Signori! Una sociopatia che non lascia scampo agli avvicinamenti di curiosità e resta fedele alla propria chiusura perimetrale simile a un muro di cinta di tempi da superare. Patrizio Maria che faceva anche 3 concerti in una notte, quando a Roma i locali si litigavano gli artisti per averli e dare ai propri clienti qualcosa da asocltare, da capire, da ricantare la notte al ritorno a casa e l’indomani allo specchio prima di uscire, per darsi poi di nuovo appuntamento alla settimana dopo sguazzando nel brio dell’attesa con quell’ansia anticipatoria forte come alla vigilia dell’esame più balordo e leggera come quando esci dall’aula col voto in tasca.
Ansia? Chi ha detto ansia? IO C’HO L’ANSIA è quel must che accompagna un po’ in tutte le direzioni e a tutte le età, quella costante di cui molti fanno bandiera e lui (Patrizio n.d.r.) capofila. Ma questa è solo una parentesi. Torniamo piuttosto alle serate, ai locali di Roma, alla musica live…
Ci interessa indagare sulle responsabilità di un disegno che ha visto Roma cambiare negli ultimi 10 anni? Sì, volendo ci interessa, ma riusciremmo a cambiare la volontà di non sappiamo nemmeno chi? Chi ha deciso che Testaccio, con i suoi locali a schiera – dove si faceva musica dal vivo ogni sera fino al mattino – avrebbe dovuto perdere il suo appeal di perfetto matrimonio tra ruderi e suono? Chi ha voluto che San Lorenzo, da patria della musica nei locali sopra i quali cadevano le bombe meno di ottant’anni fa sarebbe dovuta diventare una piazza di degrado e disattenzione? Non lo sappiamo. Forse non ce lo siamo ancora chiesti, più probabilmente non lo sapremo mai, ma fondamentale è non smettere di farsi e fare domande. Dalle domande interiori – e non solo – nascono, a proposito, anche alcune delle canzioni di questo Patrizio Maria, di quelle già edite e conosciute e di quelle pronte ad uscire, strette nel nuovo album che, a sentire il suo ufficio stampa, dovrebbe essere di almeno 30 tracce. Anche qui… Chi l’ha detto che un album non possa contare più di X brani? O che un album debba rispondere coattivamente a esigenze di etichettamento del genere? “Patrizio Maria il cantautore rock”, “Stasera suona Patrizio Maria, quello folk”, “Oh! Ci vediamo stasera all’Acustico Club perché c’è Patrizio Maria, quello indie!”. Beh, anche sulla questione temporale dell’indiependenza si potrebbe parlare un paio di giorni di fila. Forse, se proprio vogliamo aleggiare nei meandri della memoria, potremmo classificarlo come uno dei primi cantautori indie italiani, quando indie significava che ti producevi da solo, senza una lira che era appena diventata euro e senza futuro certo. Oggi come oggi, certi sedicenti indie la cosa più indie che suonano è il clacson del suv del papi, ma questa è un’altra storia.
Intanto stasera il cantautore e chitarrista PATRIZIO MARIA – alla vigilia del suo terzo album, presto in uscita – torna a cantare le sue canzoni, questa volta all’ACUSTICO CLUB nel quartiere Prati a Roma.
Prodotto da Ivan Graziani a soli 15 anni, Patrizio Maria collabora con molti grandi nomi della Musica italiana come Alberto Camerini, Little Tony, Enrico Ciacci, Patty Pravo, Goran Kuzminac, Nico Di Palo, Andrea Rivera e moltissimi altri.
Ha all’attivo due album – INDIA LONDINESE, del 2009 e BANANA CONFUSED del 2012 – prodotti dallo storico fonico della RCA Maurizio Montanesi, oltre 400 live tra festival, radio, tv e tour nazionali ed europei con il suo progetto.
Il suo primo singolo “IO C’HO L’ANSIA” ha venduto 14 mila copie ed è contenuto nel suo primo album.
Prima del concerto, sarà possibile cenare ai tavoli.
Info e prenotazioni: 338 9685972
Cantautore: PATRIZIO MARIA
Genere: Rock Indie Folk
Concerto: acustico
Data: venerdì 12 NOVEMBRE 2021
Orari: cena h 20:30, CONCERTO h 21:30 (in punto)
Dove: ACUSTICO CLUB
Indirizzo: Via Ennio Quirino Visconti, 61/A
Ingresso: PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Per info, prenotazioni e menù: 338 9685972
Riferimenti social del cantautore
Facebook: PATRIZIO MARIA
Instagram: @patriziomariaofficial
YouTube: PATRIZIO MARIA official (nuovo canale ufficiale)
Evento Fb: PATRIZIO MARIA live
Ufficio Stampa: massCOM
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Foto 1: Tamara Casula
Foto 2: Studio fotografico Claudio Donati