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Torna Daniele Silvestri. Il palco del Primo Maggio balla col suo ritmo

20190501 Daniele Silvestri Concerto 1maggio Roma 0096

foto: Salvatore Orfino

Non è affatto una sorpresa trovare Daniele Silvestri sul palco del concertone del Primo Maggio. Il cantautore romano, che debuttò su questo palco nel 1999 esattamente 20 anni fa, ha portato in piazza ben 5 brani del suo repertorio, aprendo con “Scusate se non piango”, proseguendo con “Gino e L’alfetta” proseguento con “La mia casa”, passando con il suo ultimo successo di Sanremo “Argentovivo” accompagnato questa volta non solo dal romano Rancore, ma anche da Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours e per finire in vernacolo romanesco con “Testardo”. Un’esibizione ricca di passato e presente quindi quella di un Silvestri che porta sul palco una bella sezione ritmica con batteria, percussioni ed un basso violino, quello usato da Paul McCartney nei Beatles ormai un vero simbolo rock, nonché una preziosa sezione fiati che incorniciano i brani con una cornice preziosa di suoni acustici e non frutto di pattern realizzati da sintetizzatori elettronici. Il risultato di indubbio successo e di vasta esperienza, assolutamente apprezzato dal pubblico presente, ormai stanco di tante ore sotto la pioggia, ma non per questo meno attento.

“Scusate se non piango”, l’utimo lavoro discografico di Daniele, è un brano di scottante attualità e parla di uno sgombero eseguito all’Angelo Mai, laboratorio artistico e culturale d’eccellenza riconosciuto a livello nazionale e internazionale situato a Terme di Caracalla a Roma, ma che si conlude con una festa all’interno degli scontri con il fumo denso nelle narici dei lacrimogeni.

“Gino e l’alfetta invece” sembra un testo leggero messo in musica, dal 2007 dall’album “Il Latitante”. Sembra leggero ma non lo è affatto, trattando forse con la leggerezza necessaria un brano sull’omosessualità, leggerezza necessaria non per l’argomento, ma per non montare polemiche o critiche, sul tema trattato omosessualità vista dal punto di vista di un uomo che pur essendo sposato o comunque pur avendo una compagna di nome  Maria, preferisce la compagnia di un uomo, appunto Gino, perché di lui “si fida un po’ di più”.

“La mia Casa” invece è un giro per il mondo, in cui in ogni città c’e’ La mia Casa, da Lisbona a Marrakesh, da Lisbona a Camden Town fino a ritornare a Roma. In ogni luogo una vita diversa, una caratteristica differente, ma alla fine siamo cittadini del mondo.

“Argentovivo”, l’hit di Sanremo che è valso il sesto posto nella competizione canora vede ovviamente la grande partecipazione di Rancore che torna sul palco appositamente per il brano dopo la sua performance pomeridiana. Ma anche Manuel Agnelli li raggiunge in un completo bordeaux per aggiungersi ai due romani in un coro a tre voci che rende questa versione di Argentovivo più brillante. E proprio con Manuel Agnello Silvestri aveva gia in precedenza collaborato in esibizioni, oltre che nella serata dei duetti di Sanremo, anche dal vivo proprio in di un concerto spettacolo in difesa dell’Angelo Mai a serio rischio sgombero nello scorso anno.

E per finire la canzone “Testardo”, in dialetto romano che coinvolge tutta la piazza a cantare il ritornello che comprende una delle parolacce più note ed acclamate nella vita di tutti i giorni dei giovani romani: ‘l’anima de li mortacci tua’  e per Silvestri “So’ Soddisfazioni”.

 

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