“Un narcisista. Una faccia da schiaffi. Un coglione spocchioso.” È con queste parole provocatorie che si apre Better Man, il nuovo film diretto da Michael Gracey (The Greatest Showman) dedicato alla vita e alla carriera di Robbie Williams. Presentato oggi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il biopic – che biopic non è – arriverà nelle sale italiane il 1° gennaio 2025, pronto a stravolgere il genere dei film dedicati alle rockstar.
Robbie Williams, icona della musica pop britannica, si racconta attraverso un’opera visionaria e irriverente, capace di mostrare non ciò che il pubblico ha sempre visto, ma ciò che l’artista ha sempre percepito di sé. Ed è così che, per gran parte del film, Robbie appare sullo schermo con il volto di una scimmia antropomorfa. Un’immagine spiazzante, che sintetizza anni di insicurezze, autoironia e una vita trascorsa sotto i riflettori, a metà tra il genio e la vulnerabilità.
Nel panorama ormai inflazionato dei film biografici dedicati alle star, Better Man si distingue per il suo approccio unico. Se opere come Bohemian Rhapsody o Rocketman si sono concentrate sul celebrare le icone attraverso i loro successi, Better Man fa un passo oltre, svelando l’intimità più profonda di Robbie Williams. Qui non troviamo solo il cantante delle hit immortali come Angels, Feel e Rock DJ, ma un uomo segnato da un’infanzia difficile, dall’abbandono paterno e da un continuo senso di inadeguatezza.
La scelta di rappresentarlo come una scimmia – animata tramite performance capture e computer grafica – è tanto simbolica quanto provocatoria. “Mi sono sempre visto così, come una scimmia da esibizione,” ha dichiarato Robbie durante la conferenza stampa romana. “Volevo che il mondo vedesse quello che ho visto io per tutta la vita.”
Better Man non segue un ordine cronologico lineare, ma intreccia momenti chiave della carriera e della vita personale di Williams con le sue canzoni più iconiche. La narrazione spazia dai primi passi nei Take That – con l’immagine di un ragazzo insicuro, scelto (forse) solo per un occhiolino – fino al trionfo come artista solista, passando per gli anni delle dipendenze, delle crisi esistenziali e della rinascita.
Emblematiche sono le scene musicali: da una Regent Street trasformata in un gigantesco set coreografico con 500 ballerini, bus e taxi, al concerto di Knebworth, con Robbie che entra in scena appeso a testa in giù, come sulla celebre copertina dell’album Escapology. Ogni brano – da Let Me Entertain You a Better Man, passando per l’inedita Forbidden Road – si lega emotivamente a episodi specifici, creando un racconto onirico ma potentemente autentico.
In conferenza stampa all’Hassler, Robbie Williams non si è risparmiato, offrendo un vero show fatto di battute, confessioni e ricordi. Camicia rosa, occhiali scuri e un atteggiamento da eterno istrione, ha raccontato con schiettezza il senso di inadeguatezza che lo ha accompagnato per tutta la vita, anche nei momenti di massimo successo. “Non lo sapevo, ma soffrivo di depressione,” ha rivelato, aggiungendo con ironia: “Odio quelle parole, fanno tanto Rossella O’Hara.”
Alla domanda sul perché abbia deciso di raccontarsi anche in un film, dopo la docuserie uscita su Netflix, Robbie ha risposto con la solita sincerità: “Non l’ho fatto per altruismo, ma per attirare l’attenzione. È il mio lavoro. E se il mio narcisismo è servito a qualcuno, allora sono contento.”
Williams ha poi parlato del rapporto complicato con il suo corpo, del dolore provocato dall’eccesso di peso durante l’adolescenza e della difficoltà a liberarsi da alcune dipendenze: “Sono uscito da sesso, droga e alcol, ma non dal cibo.”
Con una regia immaginifica e un cast di grande talento (l’attore Jonno Davies presta il corpo e le espressioni alla scimmia-Robbie), Better Man si candida a diventare un film cult. Non solo per i fan dell’artista, ma per chiunque voglia esplorare il lato umano di una delle popstar più controverse e amate della storia.
Tra ricordi struggenti, momenti di ilarità e scene spettacolari, Robbie Williams si mette a nudo senza filtri, dimostrando che, dietro la maschera dell’entertainer, c’è un uomo che lotta ancora per trovare il proprio posto nel mondo.
La serata, organizzata da Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Alice nella città, è stata una celebrazione del talento e della personalità di Robbie Williams, che solo poche ore prima aveva infiammato il pubblico di Napoli aprendo la finale di X Factor. L’Auditorium si è trasformato nella cornice ideale per l’anteprima di Better Man, un film che ripercorre gli inizi, le cadute e le rinascite di una delle carriere più incredibili della storia della musica pop.
Ad accompagnare Robbie Williams sul red carpet c’era il regista Michael Gracey, che ha svelato alcuni dettagli sulla realizzazione del film. La pellicola, in uscita nelle sale il prossimo 1° gennaio, promette di rivoluzionare il genere dei biopic grazie a un approccio visionario e provocatorio, perfettamente in linea con la personalità eclettica della star britannica.
Prima della proiezione, Robbie ha regalato sorrisi e battute sul red carpet, dimostrandosi il solito istrione che ha conquistato il pubblico italiano. Dopo il photocall, non privo di qualche piccola difficoltà logistica causata da un’illuminazione non ottimale della location fotografica e da fotografi particolarmente veementi che pur di avere una foto in più hanno totalmente oscurato gli obiettivi di molti colleghi, l’artista è entrato in sala, accolto da un pubblico entusiasta.
Come ha dichiarato durante l’incontro: “Sarà anche cabaret. Ma è cabaret di prima classe.” E questa frase, come gran parte della sua carriera, riassume perfettamente lo spirito di Robbie Williams.