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#Spettacolo #Teatro

Boomers: il nuovo viaggio teatrale e virtuale di Marco Paolini tra memoria, pixel e poesia

Oggi e domani, al teatro Brancaccio di Roma, una ballata teatral-cybernetica, un affresco narrativo a 8 bit che fonde storia, affetti, politica, tecnologia e malinconia generazionale. Questo, e molto di più, è Boomers, il nuovo progetto firmato Marco Paolini, coprodotto da Jolefilm e Teatro Stabile del Veneto, e parte integrante della cornice creativa della Fabbrica del Mondo. Un’opera che sfida i confini della narrazione teatrale tradizionale, mescolando memorie personali e collettive in un universo virtuale dove la realtà è un gioco e la finzione diventa verità.

“Boomers” si presenta come un album di racconti in forma di spettacolo, ambientato in un mondo digitale ricostruito da un algoritmo ancora in fase sperimentale. Un universo parallelo, dunque, in cui Nicola, alter ego-avatar dello stesso Paolini, può tornare giovane, rientrare nel suo rifugio dell’anima – il leggendario bar della Jole – e rivivere così i passaggi cruciali della sua esistenza: i primi amori, le faide politiche di paese, le amicizie improbabili, le risate amare, le delusioni, i sogni mai del tutto sopiti.

Ma non si tratta di semplice nostalgia. In “Boomers”, la memoria è azione, esperienza immersiva e attiva, come in un videogioco che si gioca con le emozioni, con i ricordi, con gli errori. Il risultato è un Frankenstein narrativo in cui eventi storici e fatti personali si intrecciano e si scompongono senza alcun ordine cronologico, generando una realtà nuova, disordinata, ma profondamente umana.

Sotto un pilone autostradale, in un paesaggio sospeso tra futuro post-industriale e immaginario contadino, si erge il bar della Jole, figura mitica della saga di Paolini. Donna di ferro e di cuore, ex partigiana, ex prostituta, regina senza corona, Jole è la stella polare attorno a cui ruotano tutte le vite spezzate, sgangherate, ma autentiche di quella fauna umana che ancora resiste al tempo e alla dimenticanza.

Nel ruolo di Jole, la straordinaria Patrizia Laquidara, voce tra le più intense e raffinate della canzone d’autore contemporanea. Sarà lei a incarnare la memoria, la forza, la dolcezza e l’inafferrabile magia di questo personaggio chiave, dando voce e musica al tessuto emotivo dello spettacolo. La musica, infatti, è parte essenziale del racconto: un piccolo ensemble, guidato dalla stessa Laquidara, accompagna dal vivo l’evolversi della storia, trasformando ogni scena in un’onda sonora che avvolge il pubblico.

“Boomers” è anche – e forse soprattutto – una riflessione su un rapporto padre-figlio sfilacciato, sul dialogo tra generazioni che si è interrotto, sulle esperienze che non si trasmettono più ma si traducono in dati, bit, simulazioni. Nicola esplora questo mondo virtuale creato dal figlio, programmatore per una multinazionale del gaming, cercando di ritrovare senso e connessione, scoprendo che forse il passato non è più da raccontare ma da giocare, da vivere di nuovo, in forme nuove.

Ed è proprio qui che il teatro, luogo per eccellenza della rappresentazione, si trova a interrogarsi: che ruolo ha oggi, in un’epoca dove reale e virtuale si confondono? Può ancora essere uno spazio privilegiato per il racconto della memoria o deve adattarsi, ibridarsi, farsi anche esso pixel, codice, avatar?

Dopo l’esordio creativo nell’estate 2022, Paolini ha plasmato, limato, filtrato questo progetto inedito. Ora, “Boomers” si prepara al debutto con due anime complementari: una versione concertistica estiva, più agile e musicale, e un allestimento teatrale invernale più strutturato, pensato per i palcoscenici della prosa. Un doppio binario che riflette la natura stessa dello spettacolo, sospeso tra passato e futuro, corpo e bit, tradizione e sperimentazione.

Con “Boomers”, Marco Paolini continua il suo percorso di indagine sulla memoria collettiva e personale, spingendo questa volta la riflessione oltre i confini del racconto tradizionale, per entrare in un territorio nuovo dove il vero si confonde con il verosimile, e dove l’identità si ricostruisce giocando con i ricordi, proprio come in un gigantesco videogioco teatrale, vietato ai minori di 48 anni non accompagnati.