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Generazione Pasolini nella rassegna Flautissimo al Teatro di Ostia

GenerazionePasolini

foto esterna: Ufficio Stampa

Il 13 novembre la prima Assoluta di Generazione Pasolini con la regia di Marta Bulgherini

Il lavoro, l’ambizione, la resistenza: Pasolini è stato un concentrato assoluto di energia, materia propulsiva in perenne movimento. Il suo lascito è incommensurabile, inarrivabile. Che fatica! Come rivolgerci a lui, oggi, noi che tutti siamo la generazione Pasolini, quella che Pier Paolo con tanta lucidità ha predetto sarebbe stata una generazione di ansiosi, d’insoddisfatti? Come dirgli che -se ci impegniamo- potrebbe avere avuto torto? In un flusso di coscienza appassionato e irriverente, pieno di domande e povero di risposte, Marta Bulgherini, accompagnata in scena dall’attore Nicolas Zappa, indaga e poi assalta il punto cardine dell’analisi Pasoliniana, la critica alla società dei consumi, tentando come in un duello di scherma la stoccata finale. È possibile un futuro diverso per noi? Possiamo permetterci il lusso di essere più ottimisti? Staremo a vedere.

Lo spettacolo è prodotto da Accademia Italiana del Flauto.

Scrive Marta Bulgherini: “Quando mi sono decisa a iniziare l’intenso studio su Pier Paolo Pasolini, propedeutico alla scrittura dello spettacolo, mi sono ritrovata in uno stato di grande confusione: “E ora? Da dove comincio?” mi sono chiesta. La sua produzione è talmente vasta e ramificata che trovare un’ancora di appoggio da cui partire per il viaggio attraverso un autore così gigantesco non è una questione da poco. Inizio dalla biografia? Inizio dalle parole (innumerevoli) spese su di lui da persone vicine o che l’hanno a malapena sfiorato? Dai film? Dalle Poesie? Dai suoi articoli di giornale? Dai dipinti? Le foto, i saggi, le interviste? Dalle canzoni? Pasolini ha scritto anche canzoni? Incredibile. Quest’uomo ha fatto davvero di tutto. Mi è diventato chiaro, dopo solo poche ore di ricerca, che la sua creatività fosse debordante. Instancabile lavoratore, la sua vita e la sua produzione artistica sono un tutt’uno indistricabile, che rispondono in solido al nome di Pier Paolo Pasolini.

Mi sono rimboccata le maniche, e mi sono immersa in un viaggio impegnativo, a tratti ostico e stancante, a tratti illuminante. Mi sono resa conto, nel tempo, che il mio rapporto con Pasolini diventava sempre più personale. Ho iniziato a chiamarlo Paolino nelle mie letture, rubando lo stesso appellativo che gli riservava Federico Fellini. Ed ho iniziato ad arrabbiarmi con lui, quando non condividevo le sue posizioni o quando reputavo che il suo modo di esprimerle fosse anti-empatico, supponente, presuntuoso. Con il passare dei mesi poi, devo ammettere che ho imparato ad amarlo così com’è, con le spigolosità del suo carattere, con la sua superbia e la sua sconfinata lucidità. Pasolini è diventato parte della mia quotidianità, come se fosse un amico, uno di quegli amici saggi e un po’ pedanti che con i loro suggerimenti ti danno una prospettiva sulle cose che non avevi considerato.

Cercando poi una chiave per definire la struttura dello spettacolo, ho realizzato che non avrebbe potuto essere altro che questo, il mio Generazione Pasolini: la trasposizione del mio viaggio dentro di lui, con lui, per lui, viaggio che ha vissuto e vive di rispetto, di frustrazione, di rabbia, ma anche di amore, di scoperte, di gioia. Generazione Pasolini si costruisce parola dopo parola come il mio personale e progressivo avvicinamento a Pier Paolo, che vive di un iniziale momento di distanza, di ironia e quasi di sbeffeggiamento nei suoi confronti, ma che poi, magicamente, trova il suo punto di svolta travolgendomi mio malgrado e trasportandomi in una dimensione che non avevo mai esperito prima:  quella di sentire così vicino un autore che non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente, come se fosse parte della cerchia più stretta della mia vita.

Lo spettacolo germogliato da queste premesse è bipartito: la prima parte è una stand-up comedy (su Pasolini? Follia!); la seconda, un dialogo serrato che vive grazie al mio partner di scena, Nicolas Zappa.  Le domande che metto sul piatto sono numerose, le risposte molte meno, ma spero di essere riuscita a rimanere fedele all’urgenza, alla matericità del mio studio su di lui, che davvero in parte ha modificato il mio modo di vedere la vita.

Mio malgrado, a quel maledetto intellettuale presuntuoso, devo dire un sonoro e sentitissimo grazie. Grazie Paolino: qualunque cosa sia stata, è stata bella.

Insomma, su Generazione Pasolini, nessuna frase ad effetto e nessuna garanzia sul risultato.

Solo una cosa posso dire con certezza: vi prego, non aspettatevi il solito spettacolo su Pasolini. Che l’ira funesta di Pier Paolo mi colga, ma Generazione Pasolini è -e lo difende con le unghie e con i denti- un flusso di coscienza irriverente, sconcertato e sconcertante, de-divinizzante e totalmente, amorevolmente scanzonato.

Allacciate le cinture: si parte!”

MARTA BULGHERINI Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, Marta Bulgherini si divide da anni tra cinema, televisione e teatro. Ha recitato recentemente in un ruolo comprimario nella produzione di Fabula Pictures Più Forti del Destino con la regia di Alexis Sweet; è parte del cast anche della serie Luna Park di Fandango attualmente su Netflix. Ha collaborato con Matteo Garrone per DogMan ed è nel cast principale di Sono Tornato di Luca Miniero; ha partecipato al film di Simone Spada Domani è un altro giorno a fianco di Valerio Mastandrea. Per il teatro, collabora da diversi anni con il Collettivo Nonnaloca, di cui è socia fondatrice. Ha debuttato con le Muse Orfane di Michel Marc Bouchard al Festival Orestiadi di Gibellina. Collabora costantemente con il regista Paolo Santamaria, con il quale ha recentemente finito di girare Lampi e che è attualmente nel pieno del suo percorso distributivo. Generazione Pasolini è il suo primo spettacolo da autrice. Nel lavoro si presta anche come regista e interprete.

NICOLAS ZAPPA Si diploma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel 2014 ma il suo percorso trova solide basi teatrali nella formazione con Chiara Guidi, Andrea Baracco, Cesare Ronconi, Lorenzo Salveti, Massimiliano Civica, Michele Monetta e il corso di perfezionamento del Teatro di Roma. Nel 2015 debutta con “Massa e Potere” per la regia di Claudio Collovà, con il quale collaborerà nuovamente al Teatro Biondo di Palermo come protagonista in “Fratelli” nel 2018 e “Viaggio al termine della notte” nel 2022. Tra gli altri lavori si ricordano: “Lo strano caso della notte di San Lorenzo” per lo stabile di Bolzano, “Free Bach 212” de La Fura dels Baus, “L’impresario di Smirne” e “Coriolano” per il Teatro Vittoria e “Piccoli crimini coniugali” che segna il suo debutto alla regia.