Dal 21 febbraio al 9 marzo 2025, il Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico) accoglie uno dei capolavori assoluti della commedia latina, “I Menecmi” di Tito Maccio Plauto, portato in scena dalla Compagnia Castalia sotto la regia di Vincenzo Zingaro. Considerata una delle più prestigiose compagnie italiane nel panorama delle rappresentazioni teatrali classiche, la Compagnia Castalia continua la sua missione di riscoperta e valorizzazione del teatro antico, offrendo al pubblico un viaggio nell’arte della commedia con un linguaggio capace di dialogare con la contemporaneità.
“I Menecmi” sono un punto di riferimento nella storia del teatro, il prototipo della commedia degli equivoci, basata su un meccanismo narrativo di straordinaria modernità: il tema del doppio. La trama ruota attorno a due gemelli, separati da bambini, che si ritrovano casualmente nella stessa città senza saperlo. La somiglianza perfetta tra i due scatena una serie di scambi di persona esilaranti, inganni e fraintendimenti, creando una miscela irresistibile di comicità e tensione. Questo schema narrativo ha influenzato autori del calibro di Shakespeare, che si ispirò a Plauto per “La commedia degli errori”, e Goldoni, che lo rielaborò ne “I due gemelli veneziani”.
L’adattamento firmato da Vincenzo Zingaro non si limita a riproporre il testo plautino, ma lo rilegge in chiave metafisica, esaltandone il carattere onirico. L’elemento comico, pur restando al centro dello spettacolo, si intreccia con una riflessione più profonda sull’identità e sulla percezione della realtà. La regia fonde tradizione e innovazione, recuperando il linguaggio teatrale antico nella sua dimensione più autentica e creando un’esperienza immersiva per il pubblico.
Questa produzione si inserisce nel lungo percorso di studio e reinterpretazione del teatro classico che Vincenzo Zingaro e la Compagnia Castalia portano avanti da 33 anni con grande successo, sia a Roma, al Teatro Arcobaleno, sia nei più prestigiosi festival teatrali italiani: Ostia Antica, Taormina, Pompei, Segesta, Volterra, Ferento, solo per citarne alcuni.
L’importanza dello spettacolo è stata riconosciuta anche a livello accademico. L’Università di Roma “La Sapienza” ha inserito la produzione nel progetto internazionale “Il Teatro Classico Oggi”, mentre l’Università di Urbino “Carlo Bo”, sede del Centro Internazionale di Studi Plautini, ha dedicato alla messinscena di Zingaro una tesi di laurea intitolata “Due Menaechmi a confronto: da Tito Maccio Plauto a Vincenzo Zingaro”.
Alla base dell’allestimento vi è una riflessione che riprende le teorie di Antonin Artaud, tra i massimi pensatori del teatro del ‘900. Artaud, nel suo saggio “Il teatro e il suo doppio”, sosteneva che la vera essenza del teatro non fosse una semplice rappresentazione della realtà, ma una ricerca dell’archetipo universale.
Il teatro antico, e in particolare la commedia plautina, è il primo esempio di quello che Artaud definisce “teatro totale”, in cui parola, gesto, movimento e suono si fondono in un’unica espressione artistica. La regia di Zingaro segue questa linea, proponendo uno spettacolo che non si limita a intrattenere, ma invita il pubblico a una partecipazione attiva, coinvolgendolo in un viaggio che supera il tempo e lo spazio.
Come sosteneva Aristotele, attraverso la mìmesis, il teatro non è solo una copia del reale, ma una chiave per comprendere le dinamiche più profonde dell’esistenza umana. È proprio su questa concezione che si fonda l’interpretazione scenica di Zingaro, che trasforma “I Menecmi” in un’esperienza teatrale che unisce comicità, filosofia e introspezione.