Debutta a Roma il 14 e 15 marzo al Teatro Le Sedie e successivamente il 21 marzo al Teatro Planet Louise Brooks e il vaso di Pandora, lo spettacolo scritto e diretto da Andrea Benfante che porta in scena la tormentata esistenza di una delle icone più affascinanti e controverse del cinema americano. Un racconto intenso e suggestivo, che esplora il viaggio di una donna colta, coraggiosa e ribelle, ma anche profondamente segnata da pregiudizi e stereotipi che l’hanno relegata ai margini della società.
La storia prende avvio negli anni Quaranta, in una stanza ammobiliata dove Louise Brooks, ormai dimenticata, sopravvive prostituendosi. Un passato ingombrante e irrisolto bussa alla sua porta sotto forma di Schigolch, personaggio ambiguo ed enigmatico che le offre una possibilità di riscatto attraverso un simbolico vaso di Pandora. Ma la speranza, contenuta in quel vaso, può essere conquistata solo affrontando il proprio passato, rivivendo i momenti più dolorosi ed esaltanti della sua esistenza: dall’infanzia segnata dagli abusi, al sogno infranto di diventare ballerina, dal successo nei film hollywoodiani e nelle collaborazioni con Pabst in Europa, fino alla solitudine e all’alcolismo, passando per la riscoperta tardiva negli anni Settanta.
In un’epoca in cui il passato sembra svanire rapidamente nell’oblio di un eterno presente, la figura di Louise Brooks diventa simbolo della memoria collettiva dimenticata. Una diva cancellata dal tempo, il cui ricordo riaffiora solo attraverso l’icona pop di Valentina, il celebre personaggio di Guido Crepax ispirato proprio alla sua immagine. Lo spettacolo riflette sulla condizione femminile e sull’illusoria emancipazione imposta dallo show business di Hollywood, dominato dagli uomini. Louise lotta disperatamente per affermarsi, ma il suo percorso è segnato da continui fallimenti, spesso autoimposti in un perverso meccanismo di autodistruzione. Le ferite dell’infanzia la perseguitano, la solitudine la divora, e la consapevolezza di essere destinata all’oblio la opprime.
Attraverso una messinscena a metà tra immaginazione fantastica e rievocazione onirica, la pièce ricostruisce un flusso di coscienza in cui Louise Brooks affronta i suoi fantasmi, mettendo a nudo la sua anima tra i ricordi di gloria e decadenza. Gli uomini che l’hanno sfruttata e dimenticata riaffiorano nei suoi pensieri, mostrandoci il lato oscuro della scintillante Hollywood. Ma alla fine, ciò che davvero conta è la domanda che incombe per tutta la narrazione: troverà Louise la sua vera essenza e, con essa, la pace?