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#Spettacolo #Teatro

“Streghe da marciapiede” al Teatro Vittoria di Roma: una black-comedy tra mistero, ironia e magia nera

Dal 15 al 20 aprile 2025 il palcoscenico del Teatro Vittoria di Roma si trasformerà in un vero e proprio crocevia di ironia, mistero e tensione con l’arrivo dello spettacolo “Streghe da marciapiede”, per la regia di Francesco Silvestri. A firmare il testo è Stefano Amatucci, che propone al pubblico una black-comedy originale e tagliente, capace di mescolare il realismo urbano con atmosfere quasi sovrannaturali.

Al centro della scena, quattro prostitute alle prese con un’inchiesta che le vede coinvolte nell’omicidio di un giovane uomo, avvenuto all’interno della loro abitazione. Da questo evento si dipana una narrazione inquieta e sorprendente, che mette in luce non solo i segreti e le fragilità delle protagoniste, ma anche una dimensione nascosta, quasi magica, che sembra emergere a poco a poco.

A interpretare le quattro donne sono Gina Amarante, Luisa Amatucci, Miriam Candurro e Antonella Prisco, attrici molto amate dal pubblico televisivo per i loro ruoli nella longeva soap “Un Posto al Sole”, che per l’occasione si lasciano alle spalle il piccolo schermo per affrontare un registro teatrale nuovo, spiazzante, più cupo e ironico allo stesso tempo.

La vicenda si sviluppa come un vero e proprio thriller psicologico, ambientato in una casa che diventa teatro di sospetti, confessioni contraddittorie e tensioni latenti. Il giovane uomo, la cui presenza è descritta quasi come aliena e disturbante, irrompe nella vita delle quattro donne sconvolgendone gli equilibri già precari. Durante l’interrogatorio condotto da un ispettore diffidente, le protagoniste si contraddicono, si proteggono, manipolano i fatti, lasciando emergere una verità che si fa via via più ambigua e inquietante.

È proprio in questo continuo gioco tra realtà e finzione, tra verità taciute e mezze verità sussurrate, che prende forma il vero cuore dello spettacolo: la dimensione “stregonesca” delle protagoniste, un tratto oscuro e ancestrale che si insinua lentamente sotto la superficie dei dialoghi e delle azioni, suggerendo che dietro quelle donne ci sia molto più di ciò che appare.