Uno spiraglio, non ancora la salvezza definitiva, ma certamente un passo avanti cruciale per il futuro dell’ippica romana. Il Tribunale ha sospeso l’immediata esecutività della cartella esattoriale da 5 milioni di euro emessa dall’Agenzia delle Entrate nei confronti della società Hippogroup, storico gestore dell’Ippodromo delle Capannelle. Una decisione che permette di tirare un sospiro di sollievo, almeno temporaneamente, e che consente al gestore di accedere ai fondi ministeriali necessari per mantenere operativa la struttura.
La vicenda di Capannelle è emblematica delle difficoltà di gestione degli impianti comunali e della crisi del settore ippico italiano. L’ippodromo, di proprietà del Comune di Roma, è finito in una situazione di stallo amministrativo e finanziario a causa di regolamenti cambiati in corsa e di richieste economiche sempre più pesanti.
Fino al 2017, infatti, il regolamento comunale prevedeva che, a fronte di lavori di miglioramento e adeguamento delle strutture, il gestore avesse diritto a un prolungamento automatico della concessione. Questo automatismo è stato cancellato, lasciando molti concessionari con mutui ancora da pagare e senza garanzie sulla proroga della gestione.
Il nodo principale è rappresentato dalle cartelle esattoriali emesse dal Comune nei confronti di Hippogroup: una da 5 milioni di euro e un’altra da 13 milioni. Entrambe sono ancora oggetto di contenzioso giudiziario, ma la prima era stata dichiarata immediatamente esecutiva. La sospensione della cartella da 5 milioni era indispensabile per garantire la continuità della gestione e per permettere a Hippogroup di accedere ai circa 5 milioni di euro annui stanziati dal Ministero dell’Agricoltura per il calendario delle corse.
Senza questa sospensione, l’impianto avrebbe rischiato di chiudere i battenti il 31 dicembre, con la conseguente perdita dei finanziamenti ministeriali, il trasferimento delle corse ippiche in altri impianti italiani e la dispersione di circa 500 posti di lavoro.
Nel frattempo, il Comune di Roma, guidato dalla Giunta Gualtieri, ha tentato di trovare un nuovo gestore attraverso un bando pubblico. Tuttavia, nonostante quattro proposte ricevute, le procedure sono lente e serviranno almeno altri 12-18 mesi per giungere a una soluzione definitiva. Il tentativo di pubblicare un bando ponte della durata di un anno è fallito a causa dei costi elevati e dei bassi margini di guadagno.
La sospensione della cartella esattoriale è solo un primo passo. Ora il Comune e Hippogroup dovranno trovare un accordo sul canone di concessione e sulle attività extra-ippiche che potranno essere svolte all’interno dell’impianto. La Giunta comunale ha già approvato una memoria per autorizzare gli uffici competenti a proseguire in questa direzione.
La decisione del Tribunale rappresenta quindi una boccata d’ossigeno, ma la partita è tutt’altro che chiusa. Salvare l’ippica a Roma richiederà pragmatismo, collaborazione istituzionale e una visione chiara per il futuro dell’impianto delle Capannelle, che rappresenta non solo un simbolo storico, ma anche un pilastro economico e occupazionale per la città.
La speranza è che questo spiraglio si trasformi presto in una solida strada verso la salvezza definitiva dell’ippodromo.