Cambia tutto nella marcia da Tokyo 2020. Massimo Stano accusa un problema alla caviglia e arriva ai piedi del podio.
Massimo Stano ha chiuso al quarto posto nella 20 chilometri di marcia, gara che ha aperto il programma dell’atletica alle Olimpiadi di Parigi. L’atleta pugliese, ma residente ad Ostia, si allena abitualmente nella pineta di Castelfusano. È il campione olimpico uscente ed ai piedi della Tour Eiffel ha lottato coraggiosamente per le prime posizioni fino al traguardo, ma ha concluso a un secondo dalle medaglie con un tempo di 1h19:12.
Stano ha dimostrato grande forza, rimanendo nel gruppo di testa per tutta la gara. Nonostante fosse reduce da un infortunio al piede sinistro subito durante i Mondiali a squadre in primavera, ha tenuto il passo con i migliori fino a pochi chilometri dal termine. A meno di tre chilometri dall’arrivo, la sua caviglia infortunata ha ceduto vistosamente per almeno un paio di volte, costringendolo a perdere contatto con i leader della corsa.
La gara è stata vinta dall’ecuadoriano Brian Daniel Pintado, che ha sferrato l’attacco decisivo all’inizio dell’ultimo chilometro, concludendo in 1h18:55. Questo successo rappresenta il secondo oro olimpico per l’Ecuador nella 20 km di marcia, ventotto anni dopo il trionfo di Jefferson Perez ad Atlanta nel 1996. Il brasiliano Caio Bonfim ha conquistato l’argento con un tempo di 1h19:09, migliorando il suo record personale e salendo di un gradino rispetto ai due bronzi mondiali ottenuti in carriera. Il podio è stato completato dallo spagnolo Alvaro Martin, che ha chiuso in 1h19:11, dopo una stagione brillante in cui aveva vinto l’oro nei 20 km e nei 35 km ai Mondiali di Budapest.
Il 32enne
Oltre a Stano, anche altri italiani hanno partecipato alla gara. Francesco Fortunato, medaglia di bronzo ai campionati europei, si è piazzato al ventesimo posto con un tempo di 1h20:38. Riccardo Orsoni ha terminato al 41esimo posto con un tempo di 1h25:08.
“Ho dato il massimo – racconta Stano – ma oggi non è stato sufficiente. Mi sono trovato davanti perché stavo bene, per sentire la gamba girare e per capire come reagivano gli altri, anche se la strategia era di rimanere a francobollo, risparmiando qualcosa. Ci ho provato fino all’ultimo, ho utilizzato tutte le energie di riserva che avevo. La caviglia mi ha fatto di nuovo uno scherzetto, si è girata ancora una volta, perdendo stabilità: non è soltanto la bottiglietta di Antalya, probabilmente c’è qualcosa da sistemare anche dal punto di vista della muscolatura e voglio capire il motivo. Un po’ mi ha condizionato nell’immediato, ma poi ho scacciato via questo pensiero e ho cercato di chiudere al meglio. Adesso c’è la possibilità di entrare in squadra per la staffetta di marcia del 7 agosto, sono qui e accetterò ogni decisione”.
“Non posso nascondere che mi attendevo un risultato migliore – le parole di Fortunato – però non c’è niente da recriminare, ho insistito e non mi sono abbattuto nonostante la posizione al di sotto delle aspettative. Forse la condizione è scesa dopo il bronzo degli Europei di Roma, anche gli altri due medagliati dello stadio Olimpico, oggi, hanno sofferto (lo svedese d’oro Perseus Karlstrom ventunesimo in 1h21:05 e lo spagnolo Paul McGrath, argento continentale, diciassettesimo con 1h20:32, ndr). Il livello mondiale è altissimo, ma si va avanti”. “Sono arrivato qui senza pressioni, qualcosa non è andato – commenta Orsoni – e posso solo migliorare. Ho un conto in sospeso, nelle prossime edizioni voglio esserci”.
Per Massimo Stano, questa quarta posizione rappresenta un risultato comunque significativo, considerando il recente infortunio e le difficoltà incontrate durante la gara. L’atletica italiana può comunque guardare avanti con ottimismo, grazie a una squadra giovane e promettente, pronta a migliorare e a cercare nuove soddisfazioni nei prossimi appuntamenti internazionali.