Sei metri e quindici centimetri. Queste cinque parole rimarranno impresse a lungo. Mai un uomo così in alto con il salto con l’asta. ”È folle, è stata una gara lunghissima per me, ma negli ultimi due salti ho trovato il ritmo giusto. Adesso farò un po’ di festa ma resterò sempre concentrato per l’ultima tappa della Diamond League a Doha. Dopodiché… relax e party. Come ho ottenuto questo risultato? Doveva arrivare da tempo. Sentivo sulle spalle la pressione della
gente. Mi chiedevano sempre di questo record: ecco, l’ho fatto, così smettono di chiedermelo! Mi dispiace soltanto che oggi non fossero qui con me allo stadio papà e mamma”. Questa la dichiarazione finale in conferenza stampa dopo che è finita la gara. Iniziamo dalla fine per raccontare l’incredibile gara allo Stadio Olimpico di Roma nella Wanda Diamond League della 40^ edizione del Golden Gala Pietro Mennea. Una gara che fino ai 5m80 era condotta in comagnia del belga Ben Broeder e del filippino John ernest Obiena. Una gara che sin dai 5 metri e 85 lo ha visto solo assicurandosi il gradino più alto del podio. Ed allora perché non tentare l’impresa? Andare oltre quei 6 metri che allo Stadio Olimpico non è mai stato superato da nessuno, ed ancora di più: dare l’assalto a quel 6,14, il record outdoor di Sergej Bubka stampato nella storia al Sestriere nel 1994. Un assalto sotto la curva nord che sembra impossibile. Occhi azzurri fissi a ricontrollare mentamente i passi da compiere, prende il ritmo, velocissima la rincorsa, l’asta gialla si punta nel pozzetto il corpo sale e scavalca, con un ampio margine, l’asta senza toccarla. La caduta dsul cuscino è rapida, braccia al cielo prima ancora di toccare il materasso. E’ record del mondo questa sera in uno stadio olimpico vuoto. Un record senza pubblico, senza le mani a scandire il tempo dei passi, quell’ovazione che ha da sempre accompagnato tutte le gare di salto, da quello in lungo a quello triplo, da quello in alto, a quello con l’asta. Chissà se quell’ovazione è scoppiata ed immaginata nella mente dello svedese Armand Duplantis mentre il suo corpo riscendeva dal cielo verso terra?