Questa ve la dobbiamo raccontare. Mezzanotte e dintorni, usciamo dallo stadio Olimpico per la prima giornata degli Europei di atletica con le emozioni ancora negli occhi per lo sprint vincente di Nadia Battocletti e nella Medal Plaza scatta la cerimonia di premiazione di Antonella Palmisano e Valentina Trapletti, regina e principessa della marcia. Non abbiamo il tempo quasi di girarci che passa una folata di entusiasmo: è una bambina, avrà dieci anni, che con uno stile ancheggiante e tutt’altro che approssimativo viaggia veloce marciando verso il palco per prendere posto il più vicino possibile. Si chiama Sveva, Sveva Greco, e ha un dolcissimo papà che la insegue quasi con affanno con uno zainetto e un contenitore che deve presumibilmente ospitare una racchetta da padel.
“Ha visto Antonella Palmisano e ora non smette più…” Il papà è fra l’orgoglioso e l’incuriosito, poi riconosce il suo interlocutore, il professor Giorgio Lo Giudice, presidente del Club Atletico Centrale, mille e un’atletica in una sola persona, e gli fa: “Io a lei l’ho vista, al Mille di Miguel delle scuole”, la versione studentesca della Corsa di Miguel. “E sì, la organizziamo noi”, dice il Prof. Il papà però non ha tempo perché Sveva è partita e non si ferma più. “La perdo…” Cerca di controllarla con lo sguardo e intanto racconta qualche altra cosa: “Veramente lei fa la scuola tennis del Foro Italico però chissà, non so, non ha ancora deciso”. Allora Lo Giudice scatta all’assalto, tira fuori un pezzetto di carta e dà al signor Greco il suo numero di telefono per prenotare un possibile futuro atletico della figlia. “Ma voi dove state? Ancora alla Farnesina?”. Il dirigente-professore-giornalista dice di sì e finalmente ci si saluta. Mentre Sveva è già lì ad applaudire Antonella e Valentina.
Quando si dice: fare promozione. La promozione che fa Antonella vincendo ed emozionando. Quella del professor Lo Giudice pronto a intercettare qualsiasi possibilità di dare un seguito a quel’entusiasmo. Anche a mezzanotte, anche quasi al buio, anche quando magari avrai pure gli occhi stanchi da una giornata infinita e qualche annetto sulle spalle. O in altre parole: quando la medaglia non resta ferma, ma va in giro e diventa virale. E quando probabilmente la bambina della scuola “Leopardi”, che ha una voglia matta di marciare, se la sente un po’ addosso pure lei.