Ranieri, consapevole della necessità di invertire la rotta, ha schierato una formazione diversa rispetto alla disfatta olandese insederendo Mancini, Baldanzi, Pellegrini e Rensch. Baldanzi ha preso il posto in fascia, dimostrando freschezza nonostante sia stato impiegato per poco tempo. Pellegrini ha offerto leadership e intensità, mentre il giovane Rensch, pur avendo svolto pochi allenamenti con il gruppo, è apparso già ben integrato nei meccanismi della squadra.
L’assenza di Leandro Paredes ha gravato enormemente sul gioco giallorosso. Il ruolo di regista è stato affidato a Koné, che, pur impegnandosi, non è riuscito a replicare la visione di gioco e la verticalità tipica del centrocampista argentino. Di conseguenza, il gioco della Roma è risultato compassato e scolastico, senza spunti creativi in grado di accendere la manovra.
Dovbyk ha incontrato grandi difficoltà nel tenere palla e creare occasioni, giocando spesso spalle alla porta senza riuscire a incidere. Al contrario, Lucca si è distinto per la sua capacità di proteggere il pallone e far salire la squadra, diventando un punto di riferimento costante per l’Udinese.
Un episodio cruciale ha segnato il primo tempo: al 38’, su una punizione bassa di Lovric, il centravanti dell’Udinese ha approfittato di una grave distrazione della difesa giallorossa per stoppare di petto e concludere con un destro potente che ha portato in vantaggio i friulani. L’infortunio di Touré, che ha dovuto abbandonare il campo per un possibile problema ai legamenti del ginocchio destro, è stato una nota dolente per l’Udinese che ha dovuto dall’inizio variare il suo assetto per rimanere concentrata nei ruoli.
La Roma ha cercato di reagire creando alcune occasioni interessanti. Rensch ha sfiorato il gol con un tiro deviato in angolo, mentre Pisilli e Ndicka hanno tentato di impensierire il portiere avversario con colpi di testa terminati fuori di poco. Dall’altra parte, l’Udinese ha avuto una grande occasione con Karlstrom, che, in una mischia in area, non è riuscito a dare la forza necessaria al suo tiro per rendere pericoloso il tentativo.
Con l’inizio del secondo tempo, Ranieri ha deciso di inserire Shomurodov, spostando Rensch nella posizione di braccetto destro in difesa. Questa mossa ha dato maggiore solidità al reparto arretrato, permettendo alla Roma di alzare il baricentro e tentare di costruire con maggiore continuità.
La svolta è arrivata quando Kabasele ha commesso un fallo di mano su Pellegrini in area di rigore. Dal dischetto, la Roma ha trovato il pareggio, dimostrando un rinnovato spirito combattivo che ha riacceso la partita. Pochi minuti dopo, un’altra ingenuità dell’Udinese ha portato al secondo rigore per la Roma. Questa volta, il fallo è stato commesso da Sava su El Shaarawy. Dovbyk, che nel primo tempo aveva incontrato molte difficoltà, si è fatto trovare pronto e ha trasformato con freddezza, portando i giallorossi in vantaggio e cambiando l’inerzia della partita.
Runjaic ha tentato di modificare l’andamento della gara inserendo Ekkelenkamp, Atta, Pafundi e Sanchez. L’obiettivo era quello di aumentare la velocità e la creatività in fase offensiva, ma i cambi non hanno sortito gli effetti desiderati mentre la Roma, dal canto suo, ha mostrato una grande compattezza difensiva, soprattutto con il ritorno in campo di Cristante, che ha dato maggiore equilibrio alla squadra e ha permesso ai giallorossi di gestire meglio la pressione avversaria.
Nel finale, nonostante l’Udinese abbia continuato a spingere alla ricerca del pareggio, è stata la Roma a costruire le occasioni più pericolose in contropiede. I giallorossi non sono riusciti a chiudere definitivamente il match, lasciando aperti gli scenari fino al fischio finale. La difesa ha comunque retto bene, garantendo tre punti preziosi.
La Roma mette fine a un incubo lungo nove mesi, conquistando una vittoria fondamentale che rilancia le ambizioni della squadra di Ranieri. Sebbene ci siano ancora margini di miglioramento, specialmente nella fluidità del gioco, il carattere e la determinazione mostrati nella ripresa lasciano ben sperare per il futuro.