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#Calcio #In evidenza sito #In evidenza sport #Lazio #Roma #Sport

Fino all’ultimo respiro. Romagnoli prima, Soulé poi. Il derby della Capitale finisce 1-1

Dele-Bashiru e Gianluca Mancini

foto: Andrea Staccioli/INSIDEFOTO

foto: Antonietta Baldassarre/INSIDEFOTO

Una delle partite più attese e sentite da entrambe le tifoserie della capitale, chiude la 32esima giornata di campionato (con l’eccezione di Empoli-Napoli che segna il posticipo del lunedì).

Tra le strade di Roma, in una giornata nuvolosa e con una lieve pioggia, sciarpe, maglie e bandiere giallorosse entrano in contrasto con quelle biancazzurre, ma entrambe hanno un’unica direzione: casa, lo stadio Olimpico.

La tensione, l’adrenalina e i commenti si diffondono per l’intera città creando un’atmosfera alquanto suggestiva e frizzante che porta con se scontri ma anche un gran senso di appartenenza ai propri colori.Questa sera all’Olimpico si gioca il 185esimo derby, un match che non rappresenta solo una sfida tra le due squadre della capitale, ma è una vera e propria storia di colori, di cori, di simboli, di energie, di schieramenti e di tifoserie che comincia ancor prima dei 90 minuti di gioco. Quest’oggi a giocare in casa sono i biancazzurri che sfoggiano la loro coreografia e i loro colori su tutta la curva nord e la tribuna Tevere: la Lazio è dove sono i laziali; a sua volta la Roma porta in alto la sua storia colorando l’intera curva sud di giallo e di rosso e riempiendola di tutte le vecchie magliette della squadra: una città, una maglia.

Urla, fischi, cori, applausi ma anche insulti scaldano e caricano gli animi dei tifosi sugli spalti, l’atmosfera allo stadio nelle case dei Romani incollati alla televisione e motivano ancora di più giocatori schierati in campo.

La partita comincia e il primo tocco è della Roma ma la Lazio non si lascia intimorire e con tutta la sua decisione già al 7’ minuto mette in difficoltà i giallorossi con un colpo di testa di Romagnoli che, però, viene fermato da un grande intervento dell’eccezionale Svilar.

Il primo tempo prosegue abbastanza equilibrato, ma la squadra di Baroni si impone in campo più grintosa e totalizza più occasioni intimorendo i giallorossi che però non si mettono da parte. Il primo tempo termina sullo 0-0, all’Olimpico l’agitazione sale sempre di più, la tensione si diffonde ma la “battaglia”sugli spalti prosegue con una tifoseria che risponde all’altra con cori e bandiere sventolate al cielo.

Al termine dei 15minuti di pausa i giocatori tornano in campo per giocare i secondi 45 minuti e soli 2 minuti dall’inizio della ripresa (47’ minuto) Romagnoli trova la porta insaccando il pallone di testa alla destra dell’incolpevole Svilar. La Lazio va così in vantaggio sull’1-0; lo stadio esplode, la nord e parte delle tribune sono in festa, lo stadio si tinge di bianco e azzurro ma la sud innalza ancora più i suoi colori e carica i suoi ragazzi a fare sempre più.

Cominciano anche gli scontri in campo tipici del derby della capitale, che fomentano gli animi già accesi e caldi dei tifosi stasera più carichi che mai.

La Roma brama il goal del pareggio e unisce le forze di ogni giocatore per riuscire nel suo intento; sbaglia a lasciare troppe volte la difesa scoperta, cosa che lo stesso Svilar lamenta, creando troppo spazio alla Lazio che non molla la sua determinazione e la sua voglia di vittoria spaventando in qualche occasione i giallorossi.

Al 69’ minuto da fuori area, da lunga distanza, Soule fa partire di prima intenzione un tiro di rara bellezza che scheggia la traversa e tocca il prato subito dopo la linea di porta, lasciando tutti spiazzati in campo, con il respiro bloccato per quei pochi istanti, coi battiti aumentati, di attesa prima del fischio che decreta il gol. La palla infatti inganna rimbalzando ancora sulla parte bassa della traversa, esce e subito viene bloccata da Mandas; ma è goal per la Roma che con lo straordinario tocco di Soule trova il pareggio tanto atteso mandando in visibilio i tifosi romanisti che festeggiano come se fosse l’ultima partita sugli spalti.

“I brividi mi vengono” è il coro che incornicia al meglio lo spirito giallorosso di questa sera, di ogni tifoso romanista che esplode di gioia al momento di questo sensazionale pareggio: colpendo la traversa, prima di uscire, la palla entra in porta per poi uscire colpendo nuovamente la traversa e finendo nelle braccia del portiere biancazzurro regalando però il punto alla squadra di Ranieri.

Al 75’ minuto Pedro cerca il nuovo vantaggio con un tiro violento dal limite verso la sinistra, ma Svilar, alla fine votato in miglior giocatore in campo, sventa prontamente il pericolo con un’ottimo intervento.
Il match prosegue, non solo in campo ma anche sugli spalti dove continuano a sventolare i quattro colori della capitale, l’adrenalina scorre nelle vene dei tifosi romanisti e laziali che ormai aspettano solo il fischio finale. 5 minuti di recupero protraggono la “sofferenza” del derby di questa sera, 5 minuti che sembrano interminabili ma che finalmente cessano in urla liberatorie ma anche di gioia da parte di ogni supporter presente.

Un derby che, come da prassi, ha visto le due squadre capitoline giocare più irrigidite e intimorite; un derby che ha portato con sé un vortice di grandi emozioni positive e negative, per entrambe le squadre e le tifoserie ma che ha visto una parità finale equa e meritata da parte di entrambe le squadre che domani tingerà il cielo sopra Roma a metà.

La squadra di Baroni, con il punto totalizzato questa sera, conferma il 6’ posto in classifica con un totale di 56 punti, la squadra di Ranieri, allenatore che conclude la sua carriera senza mai aver perso un derby, si posiziona al 7’ posto a soli due punti dalla Lazio (54 punti).

Importantissima sarà la ricerca della vittoria da parte della Roma nella prossima partita di campionato, che si giocherà in casa capitolina contro il Verona domenica 19 Aprile, per provare a scalare la classifica anche in vista delle coppe europee.

Questo pareggio ottenuto dalla Roma contro una Lazio che oggettivamente meritava qualcosa di più è una buona notte e un buon inizio settimana per i suoi impareggiabili tifosi.

Claudio Ranieri, al suo ultimo derby alla guida della Roma, ai microfoni DAZN

L’inizio è stato molto equilibrato. C’è stata forse troppa prudenza, troppo rispetto, perché è stata una Roma poco propositiva. 

“Sono d’accordo, tornavamo indietro e a me questo non piace. Avevo chiesto di andare in profondità, di mettere la palla più davanti, invece tornavamo sempre indietro. Le ali le abbiamo messe apposta, sia per controbattere i loro terzini, sia per metterli in difficoltà, invece venendo dietro, venendo dentro e indietro, ritornavamo sempre dai nostri difensori, e questo non mi è piaciuto. Però va bene così. 

Io credo che alla fine sia stato un derby nervoso, come al solito. La Lazio ha fatto qualcosina in più sotto l’aspetto delle opportunità da gol. Noi abbiamo fatto meno, però mi prendo questo pareggio”. 

Anche con la presenza di Dybala, può Soulé prendere in mano questa Roma, perché mi sembra che sia l’unico che la possa accendere. 

“Se parte dall’esterno, per il momento può prendere la Roma per mano. Soltanto che oggi non riuscivamo a servirlo come facevamo tempo fa, cioè: cambio gioco e poi uno contro uno. Invece no, oggi arrivavamo sempre in ritardo, per cui davamo sempre alla Lazio l’opportunità di raddoppiarlo. Nel secondo tempo è stato molto più ficcante. 

È un ragazzo che ha dei colpi importanti, è un ragazzo che trova la porta e – l’ho detto – il futuro è suo, perché ha tutto per esplodere”. 

Con l’entrata di Eldor, la Roma avanza di 20 metri ed è molto più pericolosa. Ti volevo chiedere se quella della doppia punta pesante è un’ipotesi che potresti considerare anche dall’inizio in futuro. E poi su Dybala: bellissimo vederlo in panchina, addirittura abbracciare i ragazzi, nonostante il lungo infortunio. 

“Paulo è un leader. Era leader in campo, era leader nello spogliatoio, e adesso purtroppo per noi è leader soltanto nello spogliatoio. Viene tutti i giorni, sta sempre con tutti i ragazzi e questo è importante. 

L’altra domanda me l’hanno fatta anche dopo la partita con la Juventus: io lo so che con due punte siamo più ficcanti, siamo più verticali. Il mio pensiero è sempre che, se gioco con entrambe le punte, se dopo devo cambiare qualcosa non ho calciatori che mi possano giocare là davanti. 

Questo è l’unico freno che ho prima delle partite. Io sto fino al venerdì che mi dico che lo faccio giocare perché così attacchiamo, e poi quando arrivo al sabato o alla domenica mi dico ‘”E se poi succede qualcosa e se devo riprendere una partita, come faccio?’. 

Vedo che lui, quando entra, è molto determinante. Evidentemente anche la squadra si sente più sicura di mettere questa palla in verticale. Anche Dovbyk si sente forse anche un po’ meno isolato là davanti. Per cui sta a me trovare la soluzione più idonea”. 

Come si sente di descrivere questo ultimo atto per lei nella stracittadina? Perché ha già detto che lascerà al termine della stagione, da imbattuto. 

“Sì, ci pensavo prima e ci penso adesso, perché durante la partita non pensi all’imbattibilità: pensi che stai perdendo e che devi risolvere la questione e aiutare i tuoi giocatori. Io sono di poche parole, quello che ho, quello che vivo, me lo tengo per me. Sicuramente è una cosa bellissima, da tifoso romanista. Potevo, volevo, mi sarebbe piaciuto chiudere con un’altra vittoria, non è stato possibile, mi dispiace, ma il calcio è questo. Ti regala delle cose belle, delle cose meno belle e bisogna saperle accettare, questo è lo sport”. 

C’è un’emozione particolare che magari ha vissuto questa sera che le mancherà di più di queste partite? 

“La cosa che mi mancherà, non solo di questa partita, è tutto lo Stadio pieno: quando tu entri all’Olimpico e lo vedi pieno… Mancherà, come mancherà a tutti i calciatori che vengono a giocare nella Roma: è una cosa che ti coinvolge, ti riempie di pathos, di sensibilità, di voglia di fare, di dare sempre di più. 

A me come allenatore, spinge a cercare di sbagliare di meno, perché noi allenatori dobbiamo cercare di sbagliare il meno possibile e di aiutare i nostri giocatori nel momento delle difficoltà”.

Matias Soulè nel post partita:

Che gol hai fatto, Mati?

“Sono contento per il gol, ci serviva vincere. Ovviamente, meglio un pareggio che perdere. Ma dobbiamo lavorare molto di più per portare altri punti a casa”.

Hai fatto un gol alla Dybala e poi lo hai abbracciato in panchina.

“Con lui e tutti siamo tutti una squadra, stiamo sempre insieme. Peccato per il risultato, volevamo vincere come sempre, ma siamo positivi”.

Sedicesimo risultato utile consecutivo per voi. Cosa devono fare gli avversari per battervi?

“Come detto prima, c’è tanto da lavorare ancora, abbiamo migliorato, fatto dei risultati e magari sotto porta fare più gol. Queste partite sono importanti da vincere”.

Mile Svilar, miglior giocatore in campo, dopo il tempo di gioco:

Cosa vi lascia questo pareggio?

“Se vediamo la partita è un risultato giusto. Penso che sia meglio pareggiare che perdere, ma alla fine con questo punto non andiamo molto avanti. Ma penso che il risultato ci sta”.

Qual è stata la parata più difficile di oggi?

“Quella al primo tempo su Romagnoli, non la vedevo arrivare. Preferivo non vincere il trofeo di miglior giocatore della partita, ma prendere i tre punti”.

Vi dispiace non aver fatto vincere a Ranieri il suo ultimo derby da allenatore?

“Come detto prima: molto. Non andiamo tanto avanti in classifica, però prendiamo questo punto e giochiamo le altre sei finali”.