Lo sport, da sempre, è portatore di valori universali come solidarietà, rispetto e inclusione. Ma quando si intreccia con dinamiche geopolitiche complesse, il suo ruolo può diventare oggetto di discussione e controversia. È quanto sta accadendo attorno all’accordo recentemente siglato dalla SS Lazio con alcuni club calcistici israeliani, tra cui il Maccabi Tel Aviv e il Maccabi Haifa, finalizzato a promuovere progetti di sensibilizzazione e contrasto ad ogni forma di discriminazione.
L’intesa, però, ha generato una spaccatura all’interno della tifoseria biancoceleste, suscitando reazioni contrastanti. In particolare, l’associazione “Lazio e Libertà APS” ha espresso pubblicamente il proprio dissenso, rilasciando un comunicato in cui contesta la scelta della società, giudicandola inopportuna nel contesto attuale segnato da conflitti e tensioni globali.
Essere Laziali significa abbracciare valori umani e una coscienza attenta alla dignità di ogni persona», si legge nella nota. «In questo spirito, riteniamo alquanto inopportuno, sia per tempi che per modi, l’accordo instaurato tra la SS Lazio e alcune società calcistiche israeliane. In un contesto segnato da odio e violenza, è davvero opportuno per la Lazio stringere un accordo con Maccabi Tel Aviv e Maccabi Haifa?
Nel comunicato, l’associazione richiama anche l’identità storica della Lazio, fondata su princìpi di concordia e solidarietà, evocando il motto latino “Concordia parvae res crescunt” (nell’armonia le piccole cose crescono), per sottolineare come un’iniziativa di questo tipo possa apparire, agli occhi di molti tifosi, in contrasto con quei valori fondanti.
La Lazio, ente morale dal 1921, è orgogliosa di una storia che affonda le radici nella solidarietà e nel sostegno alla comunità, come quando – durante la Grande Guerra – lo stadio della Rondinella fu trasformato in un orto di guerra per sfamare la popolazione romana. Proprio in nome di quella tradizione, per molti sostenitori della squadra, ogni iniziativa internazionale dovrebbe essere valutata anche sul piano del significato simbolico e sociale che porta con sé.
L’associazione Lazio e Libertà prosegue sottolineando come, in un periodo storico segnato da tensioni e tragedie umanitarie, «collaborare in questo contesto significa ignorare sofferenze e ingiustizie, dimenticando la responsabilità morale dello sport nella difesa dei diritti umani».
«Il nome della Lazio e la passione dei suoi tifosi non possono essere strumenti per legittimare situazioni in cui la storia e la realtà di un conflitto continuano a pesare sulle scelte di chi abbraccia lo sport», conclude il comunicato.
Al momento, dalla società biancoceleste non sono arrivate repliche ufficiali, ma l’iniziativa nasce sulla scia di una strategia che punta a rafforzare il ruolo della Lazio a livello internazionale, anche nel campo delle iniziative contro la discriminazione.