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#Calcio #In evidenza sito #Roma

Roma Athletic Club: magia e spettacolo all’Olimpico. Decisivi Angelino e Shomurodov

foto: Andrea Staccioli/INSIDEFOTO

foto: Antonietta Baldassarre/INSIDEFOTO

Tra la tensione, l’ansia e i brividi dei tifosi, tra l’umidità di Roma e il buio della sera, l’Olimpico si accende e si riempie completamente di giallo e di rosso con infinite bandiere sventolate alte al cielo.

“As Roma vecchie maniere” dalle parole del coro giallorosso ai fatti; per il match che la Roma andrà ad affrontare questa sera sul prato dell’Olimpico di casa, i tifosi capitolini, a sostegno dei ragazzi di Claudio Ranieri, decidono di cucire, molti con l’utilizzo delle vecchie macchine da cucito, bandiere giallorosse da sventolare all’unisono per infondere ancora più coraggio e sostengo ai ragazzi in campo. Lo spettacolo si protrae oltre i primi 10 minuti di gioco regalando a tutti i tifosi lo presenti e a quelli da casa uno spettacolo incredibile e mai visto prima.

La squadra capitolina quest’oggi si ritrova ad affrontare una sfida ricca di emozioni, paure e timori contro l’Athletic Bilbao di Ernesto Valverde, squadra spagnola, che già in precedenza aveva eliminato la squadra capitolina dalla coppa europea. È perciò tempo di lottare a pugni serrati per scendere in campo a testa alta con la grinta che la Roma, ormai, sembra aver ritrovato già da qualche partita a questa parte. La sfida comincia tra cori e bandiere che coprono la visione del campo, ma lo spettacolo sugli spalti cattura talmente tanto i tifosi che con sguardi e cuori ipnotizzati continuano a cantare il loro amore per la Roma.

Il Bilbao parte subito prepotente e aggressivo ma la squadra di Ranieri di sua risposta scende in campo combattiva. Il primo tempo si conclude con un nulla di fatto (0-0) ma il match è molto acceso e combattuto; i fallosi giocatori di Valverde non mollano la presa e dominano i primi 45 minuti di gioco ma la Roma non si abbatte e continua a combattere cercando, invano, il goal per il vantaggio. Ci prova Dybala a portare in vantaggio la squadra con un potente tiro che però finisce sulla traversa.
Al rientro in campo, avvolto dagli applausi, i ragazzi giallorossi riprendono il match a testa alta ma a pochi minuti dall’inizio del secondo tempo (50’) l’Athletic Bilbao spiazza Svilar e trova il vantaggio con la rete di Inaki Williams, infondendo trepidazione e affliggendo i tifosi di casa. La Roma però brama la vittoria, preme il piede sull’acceleratore e grazie al tocco di Angelino su assist di Celik trova il pareggio (56’) mandando in visibilio l’intero stadio con i suoi 62.540 tifosi capitolini.

I secondi 45 minuti di gioco lasciano tutti con il fiato sospeso, l’ansia accompagna gli animi di supporter giallorossi fino al 90’ e anche nei seguenti 4 minuti di recupero in cui Shomurodov decide di regalare un’ultima grande gioia ai suoi tifosi trovando la rete portando la Roma al vantaggio sul 2-1. Il var chiama il check ma il goal viene ritenuto regolare e sugli spaiati si scatena una grandissima e caldissima festa romanista.

Una partita giocata sul filo del rasoio, ma che ha regalato fortissime emozioni e che ha portato la Roma ad un ottimo risultato essenziale per il match di ritorno che si giocherà giovedì 13 marzo in casa del Bilbao allo stadio San Mames.

Prima dello sconto di ritorno, però, i giocatori di Claudio Ranieri giocherà ad Empoli domenica 9 marzo con la speranza di scendere in campo ancora una volta con questa mentalità vincente che Ranieri sembra avere riportato ai capitolini nel giro di poco in maniera eccellente.

Le Parole di Claudio Ranieri a fine partita:

Il suo piano partita ha funzionato perfettamente: un pizzico di prudenza in più nella prima fase e poi il reparto offensivo cambiato con quattro uomini freschi per aggredire nel finale. Era questa la sua idea?

“No, l’idea era di avere più opzioni prima di cominciare la partita. Parti con un’idea e poi ti prepari sia nel bene che nel male su come aiutare i ragazzi in campo. Era una gara difficilissima e lo sarà ancora di più quando dovremo andare in casa loro. Conosciamo la loro forza, sappiamo tutto, ma sappiamo anche che noi ci siamo: siamo duri da digerire, lottiamo su ogni pallone, e questo mi fa ben sperare.

È finito il “primo tempo”, abbiamo il 50% di possibilità noi e 50 loro”.

I giovani stanno diventando dei professionisti maturi, stasera l’hanno dimostrato.

“Vedendoli in allenamento, mi danno la consapevolezza che tenerli fuori mi rincresce, perché sono sempre pronti. E poi Baldanzi è in un momento d’oro. Mi ero visto la gara che avevano disputato a settembre contro l’Athletic, dove li aveva messi spesso in difficoltà, per cui mi sono detto di ripetere queste situazioni, con lui che gioca tra centrocampo e attacco. Ha fatto veramente una grande partita”.

Che corde ha toccato con Celik, che prima del suo arrivo era un po’ in difficoltà?

“Credo che dare fiducia ai giocatori sia la cosa più importante per un allenatore. Tanto tutti commettiamo degli sbagli, dall’allenatore ai giocatori. Se uno si mette a infilare tutte le perline, i ragazzi perdono fiducia in loro stessi e non va bene. 

Io cerco sì di fargli migliorare dove vedo che devono migliorare, poi devono essere liberi di giocare come sanno, di spingere, di aiutare la squadra. Do delle direttive, dei correttivi, studiamo molto gli avversari e studiamo cosa fare per cercare di creare dei problemi agli avversari. 

Ho dei ragazzi splendidi, sono sincero, mi seguono in tutto e per tutto e questa è una grande soddisfazione per ogni allenatore che trova questo tipo di calciatori”.

Dove può ancora dare qualcosa in più la tua squadra, visto che sta facendo molto bene?

“Dobbiamo continuare su questa strada. Dobbiamo riuscire a sbagliare un po’ meno passaggi e a cercare di giocare più velocemente, perché solo giocando velocemente riesci a trovare un varco giusto. E oggi l’Athletic chiudeva molto bene sulle fasce e dovevamo stare attenti, perché avevano i due fratelli (Williams, ndr) che hanno una motocicletta al posto delle gambe. Per cui dovevamo aiutare anche i nostri difensori a raddoppiare su di loro, a triplicare, perché questi giocatori sanno andare sia sull’esterno che sull’interno. Dobbiamo migliorare nei piccoli particolari, che è la cosa più difficile. Adesso il grosso lo sappiamo fare, dobbiamo cercare di migliorare le piccole cose che poi fanno veramente grande una squadra”.

Nel grosso ci metto anche fino a qualche settimana fa una piccola contrarietà rovinava la partita. Adesso nonostante uno svantaggio mentre giocate bene o un episodio avverso, scivola tutto via: la squadra attacca, attacca, attacca…

“Questa è la mia filosofia. Alle mie squadre dico sempre che si può vincere e si può perdere, ma si deve lottare fino in fondo. Devi credere in quello che stai facendo: fammi la prestazione e poi accetteremo il risultato. Se gli altri sono stati più bravi o più fortunati… perché poi, come stasera, ci sono degli episodi che ti girano a favore o contro. 

Se nel momento delle difficoltà, se quando tutto ti va male, tu abbandoni, poi non ti riprendi più. Se invece insisti e credi sempre in te stesso, alla fine la ruota la giri. E quando tutta la squadra spinge, riesci a fare delle cose che due o tre mesi fa non riuscivi a fare”.