La Roma saluta l’Europa League dopo una partita complicata al San Mamés, dove l’Athletic Bilbao ha imposto il proprio gioco approfittando di un errore iniziale che ha compromesso l’intera sfida. I giallorossi hanno mostrato compattezza e spirito di sacrificio, ma l’inferiorità numerica ha pesato troppo e ha finito per condizionare irrimediabilmente l’incontro. Un’eliminazione amara, resa ancora più dolorosa dal fatto che la squadra di Ranieri aveva dimostrato nelle ultime settimane di poter competere alla pari con chiunque.
Svilar è stato tra i migliori in campo per la Roma, riuscendo a respingere numerose conclusioni e tenendo a galla i suoi con interventi provvidenziali. Incolpevole sui gol subiti, senza di lui il passivo avrebbe potuto essere ancora più pesante. Mancini, nonostante un problema alla coscia accusato nel riscaldamento, ha stretto i denti e ha provato a guidare la difesa con la solita determinazione, salvo poi cedere nel finale sotto la pressione dell’Athletic. Il vero disastro della serata è stato però Hummels, protagonista di un’ingenuità clamorosa che ha compromesso irrimediabilmente la partita. Il suo errore in fase di impostazione è stato seguito da un fallo evitabile su Sannadi che gli è costato il cartellino rosso dopo appena dieci minuti. Una leggerezza imperdonabile per un giocatore della sua esperienza, che di fatto ha lasciato i compagni in difficoltà per il resto della gara.
Meglio Ndicka, sempre attento in marcatura e bravo nelle letture difensive, soprattutto sui palloni alti. Rensch ha retto con grinta per gran parte del match, ma è stato puntato con insistenza e ha finito per cedere nel finale. El Shaarawy, entrato nei minuti conclusivi, ha conquistato il rigore trasformato da Paredes, utile solo per le statistiche. A centrocampo, Cristante ha dovuto contenere prima Nico e poi Iñaki Williams, uscendo dal duello con grande dignità. Paredes, impossibilitato a costruire gioco, ha optato per una partita di pura battaglia e ha dimostrato leadership e spirito di sacrificio.
Angelino ha sofferto parecchio la velocità e la fisicità di Iñaki Williams, risultando spesso in difficoltà e poco preciso nella gestione del pallone. Baldanzi, tra i più vivaci nella metà campo avversaria, ha provato a creare spunti e a far respirare la squadra con la sua tecnica. Pisilli, subentrato nella ripresa, ha servito un buon pallone a Shomurodov ma ha anche commesso qualche errore di troppo in fase di appoggio. Dybala, pur giocando con intelligenza e proteggendo bene la sfera, non è mai riuscito a incidere veramente, regalando meno spunti rispetto a Baldanzi. Shomurodov, invece, ha avuto l’unica vera occasione per la Roma, ma il portiere dell’Athletic gli ha negato la gioia del gol.
Dovbyk ha deluso profondamente, risultando molle nei contrasti e nei duelli aerei, senza mai riuscire a far salire la squadra. Soulé, entrato nel secondo tempo, ha mostrato vivacità e intraprendenza, ma ha ancora qualche limite nella gestione delle giocate. Ranieri, dal canto suo, è stato tradito proprio da chi doveva garantirgli esperienza e sicurezza. La sua Roma avrebbe meritato di giocarsi questa sfida ad armi pari e chissà come sarebbe andata senza quell’episodio iniziale.