Capitolini in debito d’ossigeno. A Casale risponde Nico Gonzalez, poi le occasioni sono soprattutto per la Viola. Il tecnico: “Noi poco brillanti”.
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Maurizio Sarri conosce i suoi… aquilotti. L’allenatore con la tuta oramai ha capito che i ragazzi in biancoceleste, per un motivo o per un altro, non riescono a tenere alta la tensione psico-fisica con continuità. Certo ogni partita fa storia a sé. Certo, qualche alternativa in più specie nel reparto offensivo aiuterebbe il lavoro del tecnico. Ma fatto sta che i laziali difficilmente infilano più di due vittorie di fila. Pure, quasi sempre subiscono la rimonta degli avversari nei secondi tempi. Tutto questo è accaduto anche in Lazio-Fiorentina: sembrava essere la gara buona per mettere il turbo in classifica e invece era un calesse.
La benzina dei laziali è durata 45 minuti, complice l’approccio mollo alla partita da parte della Viola, reduce da due tristi sconfitte consecutive. I sarristi aprivano invece bene la gara come loro consuetudine. Pressing geometrico e qualità tecnica valevano dunque ai romani il vantaggio firmato da Casale dopo appena sette minuti. Il gol arrivato sugli sviluppi di un calcio d’angolo, battuto da un rinfrancato Luis Alberto, metteva dunque subito la gara sull’onda emotiva congeniale ai biancocelesti, ancora gasati per il 4-0 rifilato al disastrato Milan di Pioli.
Sarri tuttavia sudava già le sue proverbiali sette tute. Bofonchiando eccolo allora fumare di filata, pur se solo nella sua testa, quattro-cinque sigarette. Ciò perché più passava il tempo, più Maurizio s’accorgeva d’averci visto giusto in settimana. La Fiorentina del tedesco Italiano non combinava nulla di che con il pallone. Questo però stava quasi sempre tra i piedi degli ospiti. Progressivamente la Lazio prendeva allora a remare a fondocampo, la Fiorentina a condurre gli scambi. Senza sbocchi: i padroni di casa muravano bene e la palla rotolava lenta fra i piedi dei toscani. Tuttavia la Lazio dopo la rete non si era praticamente più avvicinata alla porta di Terracciano.
Sorprende poco allora l’inizio del secondo tempo. Con solo un pizzico di concentrazione e acume calcistico in più i toscani impiegavano appena cinque minuti a pareggiare la partita grazie a una prodezza di Nico Gonzalez. Non inganni la strepitosa giocata del singolo (tiro a giro di sinistro a fil di palo per un incolpevole Provedel): la rete dei Viola era nell’aria. Che l’abbia colta Gonzalez con un colpo dei suoi era solo un caso necessario. Il destino della Lazio appariva da diversi minuti quello di beccare gol: conseguenza inevitabile di un atteggiamento forzatamente sparagnino.
Così, se la Fiorentina prendeva timidamente coraggio sfiorando il colpo con una capocciata di Jovic, la Lazio pagava la scarsa vena del suo collettivo ancor prima che quello dei singoli. Manovra lenta e baricentro basso non permettevano a Sarri di disegnare sul campo le geometrie utili ad aprire gli spazi buoni a colpire gli avversari. Pochi movimenti senza palla e la bassa velocità finivano per depotenziare le doti di palleggio di Felipe Anderson, Sergej e Luis Alberto. Tappati erano pure gli spazi per gli svolazzamenti offensivi di Pedro e del pur sempre generoso Zaccagni. Immobile, entrato in campo nel finale per contare su una possibile zampata del bomber, sparacchiava malamente un paio di buone occasioni. La Fiorentina pur senza grandissime idee, se non gli uno contro-uno delle ali, si rendeva comunque più pericolosa dei romani minacciando la porta di Provedel con le incursioni scalmanate dei subentrati Ikone e Saponara. Sino a colpire una traversa con Milenkovic: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, a pochi secondi dalla fine, a due passi dalla porta. Sarebbe stato il gol della catarsi in riva all’Arno.
Pareggio o sconfitta non sono la stessa cosa, ma questa serata per Sarri è mezza vuota. La Lazio ha limiti calcistici oltre i quali non riesce ad andare. Ancora prima del risultato, la prestazione è lì a confermarlo.
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Le dichiarazioni di Sarri
“Quando non puoi vincere – così l’allenatore nelle classiche interviste del dopo gara – non devi perdere. Noi siamo stati sempre in partita con convinzione. Abbiamo fatto una gara seria, applicata, anche se le energie evidentemente non erano quelle dei giorni migliori. Se la sfida contro il MIlan ha influito? Sul piano fisico certamente. Noi abbiamo giocato martedì, la Fiorentina solamente sabato. Eravamo poco brillanti. Troppe palle perse sulla trequarti offensiva: sono mancate precisione e velocità. Ma ci può stare. Non sono preoccupato. Immobile? L’ho visto bene. Da subentrato ha fatto un buon spezzone di partita. Resto convinto del fatto che per la corsa Champions c’è chi è più attrezzato di noi”.
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Tabellino
Lazio (4-3-3): Provedel; Marusic, Casale, Romagnoli, Hysaj (26′ st Lazzari); Milinkovic-Savic, Cataldi (18′ st M. Antonio), Luis Alberto (18′ st Vecino); Pedro (26′ st Immobile), Anderson, Zaccagni. A disp.: Maximiano, Adamonis, Patric, Gila, Romero, Bertini, Basic, Fares, Cancellieri. All.: Sarri
Fiorentina (4-3-3): Terracciano; Dodò, Ranieri (39′ st Igor), Milenkovic, Biraghi; Barak, Amrabat, Bonaventura (28′ st Mandragora); Kouamé (1′ st Saponara), Jovic (39′ st Cabral), Gonzalez (29′ st Ikoné). A disp.: Cerofolini, Sirigu, Terzic, Venuti, Quarta, Duncan, Amatucci. All.: Italiano
Arbitro: Colombo
Marcatori: 8′ Casale (L), 4′ st Gonzalez (F)
Ammoniti: Zaccagni, Immobile (L), Kouamé, Saponara, Amrabat (F)
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