Odette Giuffrida fallisce la chance di ottenere un’altra medaglia olimpica dopo quelle di Rio e Tokyo. All’Arena Champs de Mars l’azzurra perde per tre cartellini sia contro Krasniqi che contro Pimenta nella finale per il bronzo.
Parigi, la città delle luci e del romanticismo, si è trasformata in un teatro di frustrazione per Odette Giuffrida, la talentuosa judoka di montesacro. La capitale francese ha visto l’atleta romana, campionessa del mondo in carica nella categoria -52 kg, uscire dal torneo a mani vuote, nonostante non abbia subito un solo punto in tutto il percorso. Le decisioni arbitrali, all’Arena Champs de Mars, hanno avuto un impatto devastante, portando a tre cartellini gialli (shido) sia in semifinale che nell’incontro per il bronzo, concludendo la giornata con una sconfitta ingiusta agli occhi di molti, incluso il presidente del CONI, Giovanni Malagò.
“Onestamente dire che fa riflettere è dir poco”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagó, ha commentato l’arbitraggio di semifinale e finalina di judo di Parigi perse entrambe da Odette Giuffrida, in una giornata in cui il team azzurro discute anche sul pugile Mouhiidine e la fiorettista Errigo fanno discutere. “Ho visto la semifinale e finale per il bronzo col presidente Falcone e il segretario generale Benucci, persone competenti ed equilibrate” ha aggiunto. “La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo”.
Arrivata a Parigi con l’ambizione di conquistare una nuova medaglia d’oro, Odette Giuffrida ha affrontato un torneo carico di speranze e aspettative. Dopo un inizio promettente, superando l’americana Delgado al golden score e l’ungherese Pupp, Giuffrida si è guadagnata un posto in semifinale ma le sfide più dure erano ancora da affrontare. La sua semifinale contro Distria Krasniqi, una rivale già incontrata e battuta in passato, si è rivelata un incontro estremamente tattico e privo di punti, spingendo entrambe le atlete oltre il tempo regolamentare.
È stato proprio in questi momenti cruciali che l’arbitraggio ha giocato un ruolo decisivo. L’arbitro rumena Ioana Babiuc ha assegnato a entrambe le judoka un terzo shido, decretando così la sconfitta di Giuffrida. Un epilogo che ha sollevato non poche polemiche, con Giovanni Malagò che ha espresso pubblicamente il suo disappunto, sottolineando come la stessa arbitra fosse stata scelta anche per il match per il bronzo, una decisione discutibile che ha gettato ulteriori ombre sul torneo.
L’incontro per il bronzo contro Larissa Pimenta, avversaria sulla carta meno quotata, sembrava offrire a Giuffrida una possibilità di riscatto. Dopo un avvio promettente, con la brasiliana sanzionata con due shido, il match è entrato in una fase di stallo, culminando in un interminabile golden score. Anche in questo caso, la decisione finale dell’arbitra ha visto Giuffrida uscire sconfitta, una conclusione che ha lasciato un sapore amaro e tante domande senza risposta.
Mentre Giuffrida affrontava le sue delusioni, la categoria -52 kg vedeva il trionfo dell’uzbeka Keldiyorova. Con una giornata perfetta, la judoka ha sconfitto avversarie di alto calibro come Uta Abe, considerata una delle favorite per l’oro, e la padrona di casa Amandine Buchard, conquistando il primo posto con un waza-ari in finale contro Krasniqi. Una prestazione impeccabile che ha sorpreso molti e ha portato una nuova campionessa sulla scena internazionale.
Per la cronaca, nella categoria di Giuffrida trionfa l’uzbeka Keldiyorova. La n.1 del ranking è autrice di una giornata perfetta. Al mattino stravolge i pronostici con l’ippon contro Uta Abe, poi ha la meglio anche sulla padrona di casa Buchard (argento a Tokyo) e in finale con un waza-ari mette ko Krasniqi (oro a Tokyo nei -48 kg). La kosovara stavolta si accontenta dell’argento, bronzo per Pimenta e Buchard.
“L’arbitraggio? Anche nella finale l’ultimo shido era dubbio. Con questo arbitro un giorno prenderò un caffè e le chiederò che problemi ha con me. Va avanti da tanto. Quando vedo che sale lei, già so che devo fare qualcosa in più di quello che basterebbe. Non ha molta simpatia per me”, le parole di Odette Giuffrida a fine gara nei confronti dell’arbitro, la romena Rou Babiuc in semifinale e finale terzo posto, e prosegue: “Non so cosa dire, è ancora tutto troppo fresco. Mi sto ripetendo che ho dato tutto. Sicuramente il Signore vuole mostrarmi qualcosa. Mi dispiace perché ci credevo. Non mi piace dare la colpa agli arbitri, ma meritavo di più”
Per Odette Giuffrida, l’esperienza parigina rappresenta un capitolo amaro della sua carriera, una dimostrazione di come il judo, come molti altri sport, possa essere influenzato da decisioni arbitrali discutibili. L’atleta italiana ha dimostrato ancora una volta la sua classe e determinazione, qualità che certamente la porteranno a nuove sfide e, speriamo, a nuovi successi.
La maledizione di Parigi potrebbe essere un capitolo chiuso, ma la storia di Giuffrida nel judo internazionale è tutt’altro che finita.