Un’aura di commozione pervade la Sala dei Presidenti nella sede del CONI. Qui, in uno degli ambienti più sacri dello sport italiano, è stato collocato il feretro di Gianni Bondini, decano del giornalismo sportivo italiano e direttore responsabile di Roma Sport Spettacolo. Un tributo commosso e rispettoso, degno di una figura che ha dedicato la sua vita al racconto dello sport, in tutte le sue sfaccettature.
Amici, colleghi, istituzioni e appassionati di sport hanno voluto partecipare a questo ultimo saluto, rendendo omaggio a un maestro della penna e della parola. In un funerale laico, in cui hanno prevalso i ricordi e gli aneddoti, è stato celebrato l’uomo, il professionista e l’amico. Un tributo condiviso da coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare con lui, ma anche da coloro che, attraverso le sue parole, hanno potuto avvicinarsi al mondo dello sport.
È Valerio Piccioni, giornalista della “Gazzetta dello Sport” e collega di lunga data di Bondini, a condurre la cerimonia. Con voce commossa, ripercorre le tappe fondamentali della carriera tratteggiandone l’immagine di un professionista rigoroso e appassionato, sempre pronto a cercare la notizia, indagare, scavare. Un ritratto vibrante, che cattura la dedizione e l’integrità di un giornalista che non ha mai cessato di mettersi in gioco.
Ernesto Bassignano, amico di Bondini da 55 anni, è invece quello che rompe gli indugi e racconta il lato umano di Bondini, quello che non appariva sui giornali. Ricorda con affetto la gioventù trascorsa insieme, quando Bondini era un “casinista mostruoso”. Ma è anche l’occasione per sottolineare la generosità di Bondini, capace di estendere la sua passione per lo sport oltre il proprio lavoro, diventando un punto di riferimento per chiunque cercasse una guida nel mondo dello sport. “Gianni è tutto e il contrario di tutto”, afferma Bassignano, sottolineando la complessità e la ricchezza del suo caro amico.
Ancora Piccioni, descrive il modo di lavorare del giornalista sportivo scomparso dando dei precisi punti di riferimento a tutti i colleghi giornalisti presenti alla funzione. Dettagli e modalità di lavoro condite da esempi ed aneddoti che di certo hanno fatto la storia del giornalismo sportivo italiano e che si augura possano far continuare la grandezza dell’arte di raccontare fatti e gesta atletici.
Il ricordo prosegue con le parole di Franco Carraro, ex Ministro ed ex Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Carraro, che ha descritto Bondini come una figura “molto rigorosa, molto seria”, un giornalista instancabile nel cercare le notizie, nel voler andare a fondo delle questioni. “Non era possibile mantenere un segreto che lui riusciva a scoprirlo”, racconta Carraro, sottolineando l’infaticabile curiosità di Bondini. E aggiunge: “Facendo il giornalista e denunciando le cose che non funzionavano, ha aiutato lo sport”. Un tributo che testimonia non solo l’abilità professionale di Bondini, ma anche il suo ruolo fondamentale nel mantenere alto il livello di integrità nel mondo dello sport.
Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha preso la parola a nome del mondo sportivo e del Comitato Olimpico Nazionale per esprimere la sua gratitudine a Bondini per il suo contributo allo sport. Ha sottolineato l’importanza della scelta di tenere le esequie nella Sala dei Presidenti, un onore riservato a pochissimi e assegnato per la seconda volta nella storia del CONI. Precedentemente, era stato riservato solo a Pietro Mennea, l’indimenticabile sprinter italiano, nel Salone d’Onore.
Malagò ha anche ricordato come Gianni Bondini avesse ricevuto recentemente il premio speciale USSI Lazio, un riconoscimento che sottolinea la sua dedizione e l’amore per il giornalismo sportivo. “Grazie Bond, un abbraccio forte”, ha detto Malagò, concludendo il suo intervento con parole di affetto e rispetto.
Il Ministro dello sport, Andrea Abodi, ha partecipato alla cerimonia per condividere i suoi ricordi di Bondini. Ha parlato dell’acutezza di Bondini, della sua capacità di essere pungente anche con uno sguardo. Abodi ha anche lodato la determinazione di Bondini nel continuare a lavorare nonostante le difficoltà personali e professionali.
Abodi ha ricordato Bondini come un uomo che sapeva dare amore alle persone che gli volevano bene. “Questa è l’impressione che ho avuto quando mi è arrivata la notizia ed è il modo con cui, con una carezza, lo voglio ricordare”, ha detto Abodi.
Tutti questi ricordi, condivisi in un luogo simbolo come la sede del CONI, sono un omaggio commosso e rispettoso a un grande giornalista, un amico, un mentore. La sala dei Presidenti, oggi, è più che mai un luogo di condivisione, dove la memoria di Gianni Bondini continua a vivere attraverso le parole di coloro che hanno condiviso con lui una passione per lo sport e una dedizione al giornalismo.
Bondini se n’è andato, ma il suo spirito vivrà per sempre nel cuore di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e nel mondo dello sport italiano, che oggi piange la perdita di un grande protagonista. Con l’ultimo saluto reso nella sala dei Presidenti, il mondo dello sport si unisce nel ricordo di Gianni Bondini, uno dei suoi più affezionati e appassionati narratori.