La corsa alla presidenza del CONI Lazio è ufficialmente iniziata e si preannuncia come una delle più combattute degli ultimi anni. Un passaggio cruciale per il comitato regionale, chiamato a rinnovare la propria guida dopo il lungo mandato di Riccardo Viola, che, nel rispetto delle regole statutarie, non potrà essere riconfermato. Viola lascia in eredità una struttura solida ma anche una sfida aperta: quella di mantenere il CONI Lazio un’istituzione indipendente, capace di rappresentare il mondo sportivo.
In pole position, pronto a raccogliere il testimone c’è Alessandro Cochi, già delegato allo Sport durante la giunta di Gianni Alemanno. Figura conosciuta e stimata, con una lunga esperienza nel settore, Cochi si presenta come un candidato forte, pronto a portare la sua competenza al servizio delle federazioni, delle società sportive e degli Enti di Promozione Sportiva che animano il movimento sportivo regionale
La sua candidatura, tuttavia, ha già iniziato a suscitare commenti e interpretazioni mediatici in chiave politica, con inevitabili riferimenti al suo passato amministrativo.
Ed è proprio su questo punto che la sfida si fa più delicata. In molti, infatti, temono che la corsa alla presidenza del CONI Lazio possa trasformarsi in un terreno di scontro tra opposte fazioni, dove logiche partitiche rischiano di offuscare la missione primaria dell’ente: promuovere e sostenere lo sport in tutte le sue forme, al di fuori di dinamiche che nulla hanno a che vedere con i valori di lealtà, inclusione e crescita personale.
Lo sport non può e non deve essere piegato a logiche politiche. È un patrimonio collettivo, un luogo di educazione e formazione che coinvolge migliaia di giovani, tecnici, dirigenti e famiglie. Il presidente del CONI Lazio, chiunque sarà eletto, avrà il dovere di rappresentare questo mondo con equilibrio e visione istituzionale, senza cedere a pressioni o interferenze. La sua funzione dovrà essere quella di garante, di punto di riferimento autorevole per tutto il movimento, capace di dialogare con le istituzioni e con la politica, certo, ma senza confondere i ruoli.
Il prossimo presidente dovrà promuovere progetti concreti, rafforzando il legame con il territorio e affrontando le nuove sfide della modernità: dall’inclusione sociale all’innovazione tecnologica, dal sostegno alle piccole realtà sportive alla valorizzazione dei grandi eventi.
Nei prossimi mesi si assisterà inevitabilmente a un crescendo di incontri, alleanze e confronti. Ma il messaggio che deve emergere con forza è chiaro: il CONI è un’istituzione che appartiene a tutto il movimento sportivo, e la sua guida deve essere affidata a chi saprà interpretare questo ruolo con autorevolezza, competenza e spirito di servizio.
Alessandro Cochi parte da una posizione di vantaggio, forte di un’esperienza amministrativa importante e di una rete consolidata da temponel mondo dello sport. La sua candidatura si confronterà esclusivamente sul merito, sulle idee e sulla capacità di portare avanti una visione chiara, senza ingerenze esterne.
La politica può essere interlocutore, non regista. Lo sport deve restare libero e indipendente, spazio di crescita e di valori condivisi. E il prossimo presidente del CONI Lazio avrà una responsabilità grande: custodire e difendere questa autonomia, lavorando ogni giorno per lo sport e per chi lo vive. In campo, oggi più che mai, non c’è spazio per bandiere di partito, ma solo per i colori dello sport.