L’Irlanda ha segnato più punti, ma l’Italia non ha perso. Perché quando una squadra gioca con il cuore, difende e attacca senza paura la terza potenza del rugby mondiale, restando in partita per mezz’ora con un uomo in meno, allora il risultato finale diventa solo un dettaglio. Gli azzurri, trascinati dalle mete di Ioane e Varney, dalla forza dirompente di Menoncello, dai placcaggi di Zuliani e Fischetti e dalle accelerazioni elettriche di Capuozzo, hanno sfiorato l’impresa in un Olimpico gremito e ribollente di entusiasmo.
Alla fine, il tabellone ha segnato 22-17 per i Verdi, con quattro mete contro due, ma i ragazzi di Quesada si portano a casa un punto di bonus difensivo e gli applausi scroscianti di un pubblico che ha finalmente trovato una squadra capace di far sognare. Tutti, tranne Lamaro. Il terza linea, mandato in panchina dal ct argentino e sostituito nella fascia da capitano da Brex, si è reso protagonista di un fallo evitabile e ingenuo che ha compromesso un primo tempo quasi perfetto.
Il Sei Nazioni si chiude con una vittoria sul Galles e un pareggio che ha il sapore di una grande crescita. Ora l’attenzione si sposta su Cardiff, dove i padroni di casa dovranno compiere un miracolo per evitare il Cucchiaio di Legno. Ma una cosa è certa: l’Italia non è più la vittima sacrificale di un tempo.L’Irlanda doveva partire con il piede sull’acceleratore, ma il copione iniziale è stato ben diverso. Gli azzurri hanno aggredito la partita con un’intensità straordinaria, costringendo gli avversari a rimanere nella propria metà campo per quasi dieci minuti. La prima scintilla l’ha accesa Menoncello, con una devastante progressione che ha aperto il campo per Garbisi. Il suo calcetto a seguire ha trovato Ioane, che si è avventato sull’ovale schiacciando in meta. La trasformazione di Allan ha mandato in estasi l’Olimpico: 7-0 Italia.
L’Irlanda, sorpresa da tanta determinazione, ha reagito con la sua arma migliore: la mischia. Dopo una meta annullata a Bealham, è arrivato il pareggio con la marcatura di Keenan, ben servito da Crowley. Ma l’Italia ha continuato a lottare e, grazie a un calcio di punizione di Allan, è tornata avanti nel punteggio.
Tutto sembrava filare liscio fino al minuto 35, quando Lamaro – entrato in campo da pochi minuti al posto di Negri – ha commesso un fallo tanto evitabile quanto dannoso. L’arbitro Pearce non ha avuto dubbi: cartellino giallo e Italia in inferiorità numerica. E, puntuale come una sentenza, è arrivata la meta di Sheehan a punire l’ingenuità azzurra.
Il secondo tempo si è aperto con una difesa eroica degli azzurri. Fischetti e Garbisi hanno salvato sulla linea di meta un’azione che sembrava già scritta, ma l’Irlanda ha colpito ancora con Sheehan, sfruttando una punizione generosa concessa dall’arbitro.
Pochi minuti dopo, l’Italia ha dovuto affrontare un’altra batosta. Vintcent, in un contrasto di gioco con Hansen, è stato espulso per una collisione alla testa. Il cartellino rosso ha costretto gli azzurri a giocare in quattordici per 20 minuti, un’enormità contro una squadra potente come l’Irlanda.
Ma invece di crollare, l’Italia ha tirato fuori l’orgoglio. Dopo un’altra meta annullata a Keenan, ancora Sheehan ha trovato il varco giusto per siglare la sua personale tripletta. Ma gli azzurri non hanno mai mollato e, trascinati da un guizzo geniale di Capuozzo, hanno riaperto la partita con la meta di Varney, pronto a raccogliere un calcetto perfetto del folletto azzurro.
Gli ultimi minuti sono stati una battaglia epica. L’Italia ha provato con tutte le forze a ribaltare il punteggio, sfiorando l’impresa fino all’ultimo istante. Nicotera ha pagato la stanchezza con un cartellino giallo, l’Irlanda ha calciato in touche e la partita si è conclusa.
Gli azzurri non sono più quelli che subiscono passivamente la superiorità altrui: oggi l’Irlanda ha dovuto sudarsi ogni punto. E di questo, finalmente, possiamo essere fieri.