Sembra una storia come tante, un trafiletto di cronaca che si legge ormai troppo spesso sui quotidiani. Eppure per Ebrima Darboe è stato un grande momento di riscatto sociale. Ottantaduesimo minuti di Sampdoria Roma, la partita che ha scandito la cuduta libera della Roma in campionato: in campo Ebrima Darboe al posto di Villar. Per la prima volta i non addetti ai lavori sentono questo nome. Certo, pochi minuti che non riescono a mettere in luce alcuna qualità atletica del giocatore, un esordio tutt’altro che felice visto l’andamento della partita contro i doriani liguri.
Ebrima Darboe, giovanissimo, classe 2001, è un uomo che ha trascorso tante insidie che la vita gli ha riservato: nativo del Gambia, paese che ha lasciato quando non aveva ancora compiuto 15 anni. La fame, lo ha raccontato lui stesso, era tanta, i problemi altrettanti, così ha abbracciato mamma, fratello e due sorelle, ed è andato, piangendo, in cerca di un avvenire migliore.
Arrivato in Italia da giovane migrante, a bordo di uno di quei barchini del terrore che attraversano il mediterraneo, al suo sbarco è stato incluso nel progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo) con sede a Rieti ed è stato successivamente affidato a un assistente sociale. Il calcio la sua passione ed è entrato a giocare nelle fila della squadra amatoriale Youth Rieti mostrandotecnica e qualità. Il provino con l’AS Roma ed ha esordito nella squadra della Primavera giallorossa nel 2019, firmando poi un contratto da professionista. Un sogno ed un segno di riscatto del giovane che è stato coronato proprio domenica scorsa con l’esordio nella massima serie del campionato.