Quello che ci stiamo lasciando alle spalle è stato un anno molto duro, terribile. La pandemia ha messo a dura prova tutti noi e ci ha costretti a individuare nuove strategie per far fronte alle tante difficoltà che si sono via via presentate. Naturalmente anche lo sport, come tanti altri settori della nostra società, ha attraversato momenti complicati e ancora non può dirsi al di là del guado. Il blocco delle attività sportive, specie quelle amatoriali e dilettantistiche, ha rischiato di mandare in crisi un sistema virtuoso e ha inferto ferite profondissime a un tessuto umano e professionale che in questi anni ha rappresentato un pezzo di politiche pubbliche del nostro Paese e causato danni a tante famiglie e tante persone, specie quelle con maggiori fragilità, che hanno sempre vissuto lo sport come occasione di socialità e di inclusione.
Ma il mondo paralimpico ha sempre avuto la capacità di guardare al futuro con ottimismo e volontà. Non potrebbe essere diversamente per chi ha fatto della ‘resilienza’ la propria ragion d’essere. E con questo spirito ha saputo raccogliersi e ritrovarsi in una spinta solidaristica volta da una parte a supportare le realtà più bisognose, dall’altra a promuovere nelle forme consentite lo sport come occasione di speranza e di rinascita.
Da questa fase, io credo, ne usciremo più coesi e più orgogliosi. L’ottimo lavoro svolto dai Comitati regionali del CIP, dalle Federazioni sportive, dalle Discipline e dagli Enti di Promozione nonché da tutti i dipendenti del CIP e delle realtà citate ha intanto consentito di ripensare l’organizzazione del sistema e di riorientarlo a beneficio delle tante realtà sportive presenti nel territorio, come le Associazioni e le Società Sportive Dilettantistiche. Un obiettivo per il quale il CIP ha messo a disposizione 5 milioni di euro. Risorse assegnate in pochissimi mesi.
Il 2020 sarà ricordato in negativo anche per il brutto incidente occorso a uno degli atleti paralimpici più influenti di tutto il pianeta, Alex Zanardi. Ma il leone che tutti conosciamo ci ha dato segnali di speranza per il futuro. Naturalmente i nostri pensieri, tutti i giorni, vanno a lui, a Daniela e Niccolò. Entreremo nel 2021 gridando tutti insieme, ancora una volta, “Forza Alex, vinci come solo tu sai fare anche questa sfida difficilissima”.
L’anno che si sta chiudendo ha portato, però, anche qualche novità positiva. Tale per il Comitato Italiano Paralimpico è stata l’approvazione della norma, prevista dalla legge delega di riforma dello sport, che ha avviato il percorso per l’accesso degli atleti paralimpici ai Corpi civili dello Stato e ai Gruppi sportivi militari con la prospettiva del loro inserimento anche lavorativo. Una svolta epocale attesa da circa due decenni, un risultato storico sul quale avevamo riposto grandi speranze e per il quale abbiamo impiegato grandi sforzi, non soltanto per mettere fine a uno stato di discriminazione tra gli atleti paralimpici e i loro colleghi, ma anche per garantire ai nostri atleti la possibilità di rappresentare il Paese nelle migliori condizioni.
Ma ora vogliamo guardare al 2021 con ottimismo e speranza. Ne abbiamo tutti un gran bisogno. Il sogno è che i Giochi Paralimpici di Tokyo possano rappresentare la luce in fondo al tunnel e la celebrazione di un’umanità ritrovata nel segno dello sport. L’Italia arriverà a questo appuntamento con tanta voglia di fare bene. Abbiamo una bella squadra, compatta, unita e forte. Prima della pandemia avevamo raggiunto un risultato quasi storico qualificando 115 atleti. Un numero che mi auguro possa crescere ancora.
Nel 2021, per concludere, prenderà il via un quadriennio paralimpico unico nella storia. Un quadriennio che vedrà tre Paralimpiadi, una Deaflympics e che terminerà a ridosso dei Giochi Invernali di Milano-Cortina. Quattro anni in cui il nostro Paese dovrà dimostrare a tutto il mondo di essere una delle realtà sportive più importanti a livello internazionale, non solo sotto il profilo dei risultati ma anche dal punto di vista organizzativo-promozionale e soprattutto culturale. Un’occasione straordinaria per dimostrare, ancora una volta, che lo sport è uno dei più importanti strumenti di inclusione e partecipazione.
Colgo dunque l’occasione per augurare a tutte le atlete paralimpiche e a tutti gli atleti paralimpici, alle loro famiglie, ai tecnici, ai dirigenti di tutte le organizzazioni sportive che fanno parte del mondo paralimpico, agli sportivi di tutta Italia e a tutti un nuovo anno di serenità e di gioia con l’auspicio che ciascuno possa tornare a vivere le proprie passioni e a inseguire i propri sogni, senza alcuna barriera. Buon 2021.